Volodymyr Zelensky ha nominato suo consigliere freelance l’ex calciatore e allenatore Andrij Shevchenko. A ufficializzare la nomina è stato un decreto presidenziale comparso sul sito della presidenza ucraina. Il documento è, in realtà, abbastanza scarno. “Andrij Shevchenko è stato nominato consigliere del presidente dell’Ucraina (fuori dallo Stato)“. Non sono stati forniti ulteriori dettagli sull’incarico affidato all’ex calciatore.
Zelensky sceglie Shevchenko come suo consigliere
I dettagli per comprendere, quindi, quale sarà il vero e proprio incarico di Sheva non sono moltissimi. Ci si può aggrappare soltanto a quello che sembra essere l’unico dettaglio significativo, vale a dire quel “fuori dallo Stato”. L’impressione, di conseguenza, è che l’ex calciatore si occuperà di lavoro diplomatico all’estero. Una sorta di ambasciatore ucraino nel mondo. Un ruolo che, di fatto, Shevchenko ricopre già. È, infatti, tra i volti principali di United24, l’iniziativa di raccolta fondi internazionali lanciata da Zelensky per finanziare il piano globale di recupero e sviluppo dell’Ucraina.

L’ex calciatore è uno dei personaggi più amati e apprezzati in Ucraina. Dopo il ritiro ha allenato la nazionale ed è stato nominato Eroe dell’Ucraina, la più alta onorificenza che può essere attribuita a un comune cittadino. “Shevchenko si è guadagnato la fiducia nell’area mondiale attraverso il suo lavoro e i suoi successi sportivi – aveva commentato il presidente ucraino parlando del suo ruolo in United24 –Ora ha una importante missione da compiere: raccontare al mondo quel che sta accadendo in Ucraina e spendere il suo nome e la sua autorevolezza per far crescere gli aiuti al nostro Paese. Sono sicuro che ci riuscirà“.
Sheva e la guerra: cosa ne pensa?
In attesa di capire i possibili sviluppi dell’incarico affidato a Shevchenko, è importante capire anche quale sia il legame con l’Ucraina e il suo punto di vista sulla guerra. Fin dallo scoppio del conflitto, l’ex calciatore si è esposto in prima linea per raccogliere aiuti e per dare una mano al suo Paese. Al Corriere della Sera aveva detto: “Quando in agosto sono andato a Irpin, davanti allo scenario di una città rasa al suolo, nello stadio che conoscevo per averlo frequentato quando giocavo nelle giovanili della Dinamo Kiev, ho visto due bambini che correvano tra i crateri lasciati dalle bombe: in quel momento mi sono ripromesso di permettere alle nuove generazioni dell’Ucraina di tornare a giocare a calcio. I fondi serviranno a ricostruire lo stadio”.
E sulla guerra: “È cambiato tutto anche se dalla mia posizione non posso lamentarmi eccessivamente. Pensiamo ai soldati e a chi è in prima linea per salvare il Paese. Mi sento in obbligo di aiutare chi ha lasciato mogli e figli per difendere il nostro diritto di essere liberi”.C’è, poi, un episodio che ha profondamente colpito il calciatore e l’ha segnato, spingendolo ad esporsi per il suo Paese. Quale? “La telefonata di mia mamma in lacrime che mi dice che la guerra è iniziata. Ho subito capito che dovevo mettere a disposizione la mia immagine per aiutare il Paese”.
Di certo, la visibilità di Sheva e la credibilità che si è costruito in tanti anni di carriera sportiva lo aiuteranno a raggiungere gli obiettivi prefissati e sono il motivo per cui è stato scelto da Zelensky.