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Afghanistan, minaccia talebani: “Ci sarà sharia, non c’è democrazia qui”

I talebani in Afghanistan non intendono seguire alcun regime democratico, ma applicare solo ed esclusivamente la legge della sharia. Lo spiega chiaramente Waheedullah Hashimi, alto esponente dei talebani che hanno preso il controllo a Kabul. E proprio lui, in un’intervista riportata da ‘Reuters’, inquadra il destino per il Paese che si prefigge il nuovo Emirato Islamico.

Che cos’è la sharia che i talebani vogliono seguire

Non ci sarà nessun sistema democratico, perché non ha alcuna base nel nostro Paese – dichiara senza giri di parole Waheedullah Hashimi –. Non discuteremo quale tipo di sistema politico dovremmo applicare in Afghanistan perché è chiaro. È la legge della sharia e basta“.

La Sharia, come si ricorderà, non è un codice scritto ma è sviluppata a partire dal Corano e dalle consuetudini. Che possono variare molto tra gli Stati di fede islamica. Per Sharia si intende la “strada rivelata”. E quindi la legge sacra, non elaborata dagli uomini ma imposta da Dio. Per questo è sviluppata dal diritto islamico a partire dalle sue fonti canoniche, che sono il Corano e la Sunna (le consuetudini nate dallo studio dell’insieme degli atti e dei detti di Maometto, classificati nel corso dei secoli). Non esiste, dunque, un insieme di norme e leggi uguali nel mondo musulmano. E per questo, alcuni Stati, come l’Afghanistan degli anni Novanta, la applicano in maniera più rigida.

I militari di cui ha bisogno oggi l’Afghanistan

Nel frattempo Waheedullah Hashimi, nella sua intervista a ‘Reuters, fa anche appello ai vecchi militari che già avevano combattuto per l’Afghanistan per il precedente governo. L’invito è che si uniscano ai talebani: “Molti di loro sono stati addestrati in Turchia, Germania e Inghilterra. Quindi parleremo con loro perché tornino alle loro posizioni. Ovviamente ci saranno cambiamenti, ci sarà qualche riforma nell’esercito. Ma comunque abbiamo bisogno di loro, e chiederemo loro di unirsi a noi“.

Ciò di cui hanno ampiamente bisogno i talebani, in particolare, è di potenziare il personale aeronautico. Nonostante nelle diverse basi aeree dell’Afghanistan abbiano reperito numerosi aeromobili militari, infatti, non dispongono di nessuno che li sappia guidare. “Siamo in contatto con molti piloti. Abbiamo chiamato molti di loro e stiamo cercando altri contatti per chiamarli e invitarli a tornare al lavoro“, spiega Hashimi. Che conclude chiedendo anche la restituzione dei velivoli utilizzati in questi giorni dalla popolazione per scappare. Per esempio l’Uzbekistan, dove sono già arrivati 22 aerei da guerra e 24 elicotteri pieni di centinaia di soldati in fuga.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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