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Afghanistan, addio a commissioni elettorali e viaggi per donne sole

L’Afghanistan viaggia spedito verso un ritorno al passato sul fronte dei diritti. Oggi, 26 dicembre, i talebani hanno infatti annunciato la rimozione delle due commissioni elettorali del Paese e una stretta sui viaggi per le donne sole.

Afghanistan, chiusi tre ministeri e sciolte le commissioni elettorali

Bilal Karimi, portavoce del governo talebano di Kabul, riporta l’Associated Press, ha reso noto lo scioglimento sia della Commissione elettorale indipendente sia della Commissione per i reclami elettorali dell’Afghanistan; oltre al ministero per la Pace e quello per i Rapporti con il Parlamento.

Secondo Karimi, le due commissioni sarebbero “due istituti non necessari per l’attuale situazione dell’Afghanistan”. Il portavoce ha però assicurato che, qualora dovesse essercene bisogno in futuro, sarà il governo dei talebani a ripristinarle.

Le due commissioni elettorali avevano compiti gestionali e di controllo sulle consultazioni nel Paese, comprese quelle presidenziali, parlamentari e locali. Karimi ha infine definito “non necessari” per l’attuale struttura governativa anche i due dicasteri, a cui è toccata la stessa sorte di quello per gli Affari femminili.

I talebani vietano alle donne i viaggi senza un uomo della famiglia

Ed è proprio sul fronte dei diritti delle donne che l’Afghanistan registra il secondo passo indietro di questi giorni. Una tendenza in netto contrasto con quanto annunciato dai talebani dopo il loro insediamento, promettendo un regime meno duro di quello di vent’anni fa in cambio del riconoscimento della comunità internazionale.

La speranza che ciò avvenga, però, sta svanendo poco a poco. Sempre oggi, infatti, il governo di Kabul ha annunciato il divieto per le donne di viaggiare da sole per lunghe distanze (oltre i 70 km circa). Le donne dovranno quindi essere accompagnate da un uomo della famiglia.

La raccomandazione del ministero della Promozione della virtù e della prevenzione del vizio invita inoltre gli autisti a non accettare donne sui loro veicoli se non indossano il “velo islamico”; senza tuttavia precisare di quale tipologia di velo si tratti.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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