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Cosa temono le donne afghane e cosa rischiano di non poter più fare

Da quando la bandiera dei talebani sventola sul Palazzo Presidenziale di Kabul, le donne sembrano essersi improvvisamente dileguate dalle strade della capitale. Mentre uomini armati talebani pattugliano la città, confiscando armi alle guardie di sicurezza e invitando i negozianti a tornare al lavoro, le donne afghane si sono rifugiate in casa. A vent’anni di distanza dall’intervento statunitense, il fantasma delle rigidissime regole imposte alle donne sotto il regime talebano torna tra le strade della città, come suggerisce il caso della giornalista Clarissa Ward.

La vita delle donne sotto il regime talebano

Quando erano al potere in Afghanistan, i Talebani sono diventati famosi a livello internazionale per la loro misoginia e violenza contro le donne. Ora che i talebani si sono impossessati nuovamente della maggior parte dell’Afghanistan, emerge grande preoccupazione per i diritti delle donne.

Infatti, sebbene non abbiano ancora stabilito le nuove regole, i combattenti si sono serviti degli altoparlanti di una moschea a ovest della città per annunciare che le donne dovranno indossare il burqa o l’hijab completo.

Il conto alla rovescia sembra ormai iniziato e molte donne sono accorse in cerca di un burqa da indossare. In passato, il mancato rispetto delle regole imposte dai talebani poteva essere punito con metodi atroci, come percosse e morte per lapidazione.

Quali regole potrebbero tornare in vigore

Ancora non è chiaro quali restrizioni metteranno in atto i Talebani nei confronti delle donne. Ma ecco alcune delle regole che applicarono rigorosamente quando presero il potere l’ultima volta, secondo un rapporto del 2001 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

  • Le donne dovevano indossare un capo che le coprisse dalla testa ai piedi.
  • Le donne non potevano lavorare, se non in circostanze molto limitate.
  • Alle donne è stato vietato di frequentare le scuole.
  • L’assistenza sanitaria delle donne è stata limitata.
  • Le donne non potevano uscire di casa, a meno che non fossero accompagnate da parenti maschi.
  • Le donne potevano usare solo autobus speciali. Mentre potevano prendere un taxi, solo quando erano con parenti maschi.
  • È stato vietato fotografare, filmare e mostrare immagini di donne su giornali, libri, negozi o in casa.
  • Le donne non potevano stare per strade con uomini che non fossero parenti.
  • Le finestre delle case dovevano essere tinteggiate per impedire agli estranei di vedere le donne nelle loro case.
  • Le donne non potevano indossare scarpe con il tacco alto.

Le donne temono matrimoni forzati con i combattenti

Per le donne afghane si prospetta uno nuovo scenario di terrore, sebbene i talebani stessi abbiano tentato di mostrarsi più aperti e tolleranti. Nessuno ci crede a Kabul, mentre la storia si ripete sotto gli occhi del mondo intero. “La settimana scorsa ero una giornalista”, racconta una donna di Kabul al The Guardian, “oggi non posso scrivere sotto il mio vero nome o dire da dove vengo o dove sono. La mia intera vita è stata cancellata in pochissimi giorni”.

Ma il dramma delle donne afghane non si limita alle nuove regole: molte di loro rischiano di essere costrette a matrimoni forzati con i combattenti talebani. “Non sono al sicuro, perché sono una donna di 22 anni“, continua la lettera riportata dal The Guardiane so che i talebani stanno costringendo le famiglie a consegnare le loro figlie per darle ai soldati“. 

Linda Pedraglio

Sono nata e cresciuta in un piccolo paese vicino al lago di Como, ma, fra studio e lavoro, ho avuto modo di vivere città diverse: l’Erasmus a Helsinki, gli anni dell’università a Milano, il corso di giornalismo a Firenze. Sogno una piccola casa sul lago, piena di libri, che sono il mio affaccio sul mondo, e un foglio bianco per raccontare quello che osservo. Il mio romanzo del cuore è Anna Karenina. Mi occupo principalmente di libri, arte e cultura.

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