Parole di uso comune che utilizziamo senza sapere che siano marchi registrati: Sottilette, Scottex, Borotalco e molti altri

Marchi registrati entrati nel nostro vocabolario - Newsby.it
Si tratta di un fenomeno particolare per il quale il marchio acquista un’esposizione tale da influenzare il nostro comune parlato quotidiano
Dalle Barbie al Rimmel, fino poi alla Jacuzzi. Sapevate che questi sono nomi di marchi e non nomi propri dell’oggetto? Non tutti ci facciamo caso, eppure è così. Quando parliamo di Rimmel, sappiamo tutti che si tratta del trucco per gli occhi, così come la Barbie è la bambola di plastica dai capelli lunghi e la Jacuzzi la vasca idromassaggio che tutti vorrebbero avere a casa.

Questo è un fenomeno di marketing che prende il nome di volgarizzazione dei marchi. Si tratta del caso in cui il nome del marchio si trasforma in nome comune che identifica una categoria intera di prodotto. La Barbie in realtà è una bambola, il Rimmel è un mascara e la Jacuzzi è una vasca idromassaggio ma in tutti questi casi se citiamo le categorie attraverso i nomi dei marchi, tutti capiremmo di cosa si sta parlando.
Un marchio volgarizzato diventa un termine generico, per cui chiunque può utilizzarlo in quanto tale. Anche per questo capita che i titolari dei brand in questione debbano rivolgersi agli avvocati per proteggere i loro marchi e assicurarsi la tutela dalle contraffazioni. Per esempio la Coca Cola ha tantissime sottomarche, ma solo lei può chiamarsi Coca Cola, nel caso altri marchi riprendessero il nome sarebbero denunciati. Chiunque però può riferirsi all’alimento chiamandolo gergalmente Coca Cola, questo non costituirebbe un problema.
La volgarizzazione del marchio e l’influenza sul dizionario italiano
Di fronte a un prodotto di successo è frequente che questo accada. Sono moltissimi i cosiddetti prodotti per antonomasia, il cui nome esce dall’ambito settoriale per diventare di uso comune e arrivare a indicare la categoria analoga. Ad esempio i Kleenex, invece dei fazzoletti: solo a sentir nominare il marchio capiremmo che l’altra persona si sta riferendo ai fazzoletti per soffiare il naso.

Barbie oltre ad indicare le bambole di plastica è ormai diventato un vero e proprio simbolo, scavalcando anche la categoria di riferimento. Insomma, senza troppe spiegazioni, ci avete mai pensato che una Barbie è una Barbie, non è più catalogabile come una bambola, perché ormai è una cosa a sé che ha scavalcato anche la categoria. Barbie girl è anche diventato oggetto di canzoni, ma anche un ideale di donna, molto preparata e artefatta, come una bambola. Anche il dizionario Treccani, ad esempio, sotto il termine Barbie spiega che ci si possa riferire non solo alla bambola di plastica ma anche alla ragazza magra e molto attenta all’aspetto fisico, tanto da ricordare una bambola.
E così come Borotalco, oppure Sottilette, Scottex, Viagra, Tampax e moltissimi altri. Sono tutti marchi che però utilizziamo nel quotidiano e il cui nome è diventato sostitutivo rispetto all’idea che il marchio stesso ha saputo ben comunicare attraverso la pubblicità e la fedeltà del suo cliente.