Cibi scaduti, quando puoi mangiarli tranquillamente? Ecco tutta la verità

Scadenza, ogni alimento la sua regola - Newsby.it
Non tutti conoscono le norme precise riguardo alla scadenza dei cibi. Ad ogni alimento corrisponde una regola di conservazione suggerita dal produttore. Ecco le più importanti.
Per quanto riguarda la norma italiana, su ogni prodotto deve essere ben impressa una data di scadenza con indicato il mese o il giorno, entro il quale il prodotto si considera ancora conservato in maniera ottimale secondo le disposizioni dello stesso produttore. Alcuni alimenti, però, superato tale termine, possono diventare pericolosi per la salute poiché potrebbero diventare fertile substrato per il proliferare di batteri nocivi per il corpo.

Esiste però una sottile differenza che distingue i prodotti potenzialmente pericolosi da quelli che, semplicemente, perdono la loro fragranza e il loro gusto. Tutto si concentra nella parola preferibilmente che, a volte, viene associata alla data di scadenza. Se ci troviamo di fronte alla frase “da consumarsi preferibilmente entro“ in questo caso possiamo star certi che il prodotto potrà essere gustato anche qualche tempo dopo la data impressa. Si parla di un tempo minimo di conservazione che però non implica il deterioramento definitivo del prodotto che lo renderebbe, a questo punto, non commestibile.
Come comportarsi con la data di scadenza di diversi alimenti
Bisogna applicare una netta distinzione tra i diversi prodotti. Per quanto riguarda quelli da forno o alimenti secchi, come la pasta, il riso, i crackers, i biscotti, il consumo solitamente può essere allungato di circa 2-3 mesi dopo la scadenza che solitamente è fissata dopo due anni dalla produzione.
L’olio extravergine d’oliva, invece, ha una data di scadenza fino a otto mesi dopo la messa in commercio. Per quanto riguarda, invece, i surgelati si può attendere qualche mese in più dopo la data di scadenza impressa sulla confezione per quasi tutti i prodotti, tranne che per il pesce, in particolar modo i gamberetti, che non andrebbero assolutamente consumati dopo la data di scadenza. In questo caso, infatti, si rischierebbe anche l’infezione da listeriosi.
Le uova, inoltre, solitamente dovrebbero essere consumate entro tre giorni dopo la data, ma, se cotte in padella o bollite, possono essere assunte anche dopo una settimana dal termine. Anche per i formaggi è fondamentale fare una distinzione. Se per quelli freschi è fondamentale seguire il consiglio del produttore, quelli stagionati possono essere tranquillamente mangiati facendo particolare attenzione alla formazione di muffa che, comunque, può essere rimossa solo localmente salvando il prodotto rimanente.

Gli yogurt, sorprendentemente, possono essere mangiati anche dopo una settimana dalla scadenza anche se bisogna essere consapevoli che le proprietà non saranno certamente le stesse. E per quanto riguarda il latte, se consumato al naturale, sarebbe consigliabile rispettare il termine di scadenza, mentre, come dichiara Assolatte, se aggiunto a preparazioni come dolci, omelette e frullati può essere utilizzato anche per qualche giorno successivo.
Esistono, poi, quegli alimenti che non hanno l’obbligo di scadenza. La verdura e la frutta, ad esempio, possono essere consumate se ancora con un aspetto non compromesso; ci sono poi lo zucchero, il sale, l’aceto, il vino e le bevande alcoliche con percentuale di alcol è inferiore al 10% che non devono presentare alcuna data. In questo caso prevale il buon senso. Basta effettuare un’accurata analisi con la vista e l’olfatto per assicurarsi che le proprietà principali dei prodotti siano rimaste inalterate.