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Alla guida della Panda Hybrid

La Panda insieme alla 500 è l’utilitaria più amata dagli italiani nonché quella che ha segnato la storia dell’automobilismo nostrano. Prodotta dalla Fiat in tre serie: la prima, sicuramente la più iconica, nata nel 1980 e disegnata dalla sapiente matita di Giorgetto Giugiaro, la seconda risale al 2003 ed è stata disegnata da Giuliano Biasio per Bertone, le linee della terza, quella attuale, che risale al 2012, è stata disegnata dal centro stile Fiat sotto la direzione di Roberto Giolito.

La Panda diventa ibrida

La protagonista della nostra prova su strada è proprio la terza serie della Panda che però, rispetto a quando è uscita, pur condividendo lo stesso progetto tecnico (il pianale è il medesimo) si è evoluta proponendo per la prima volta nella storia della casa italiana un motore mild hybrid. Presentata insieme alla 500, la Panda Hybrid viene proposta nella Lunch Edition nell’allestimento Cross disponibile a listino a 16.100, cifra da cui bisogna detrarre gli incentivi attualmente disponibili. Sono tuttavia disponibili altri allestimenti più economici, come la Easy, che ha un prezzo di circa 10mila euro.

Gli interni della Panda Hybrid

Come funziona il sistema mild hybrid

L’ibrido leggero, o micro-ibrido o mild hybrid, è una tecnologia relativamente economica che permette di rendere più efficiente un motore endotermico abbattendo i consumi e congiuntamente consentire ai costruttori di ottemperare alle normative sempre più restrittive.

Il sistema ibrido leggero della Panda Hybrid che abbiamo guidato è composto dal nuovo 1.0 a tre cilindri aspirato da 69 cavalli della famiglia Firefly (che sostituisce il vecchio 1.2 a quattro cilindri) e da un motorino elettrico da 5 cavalli alimentato da una piccola batteria da 0,13 kWh agli ioni di litio posizionata sotto il sedile del guidatore. Il cambio è di tipo manuale a sei rapporti.

Il motore elettrico da 5 cavalli, alimentato dalla batteria a 12 volt, entra in funzione in avviamento e nelle partenze a bassa velocità, inoltre è in grado di ricaricarsi nei rallentamenti, funzionando quindi da generatore.

Quanto consuma la Panda Hybrid?

Abbiamo guidato la Panda Hybrid soprattutto in città, concedendoci una piccola gita sul Lago di Como e i consumi che abbiamo registrato sono stati di circa 18 km/l, un ottimo valore se consideriamo che con uno stile di guida più accorto si può fare sicuramente meglio. Merito del sistema mild hybrid e del nuovo tre cilindri Firefly, più leggero rispetto al vecchio 1.2 (ha il basamento in alluminio).

Conclusioni

Guidare la Panda è sempre un’esperienza piacevole. Passano gli anni ma la Panda è ancora una delle city car più azzeccate mai realizzate. Certo adesso comincia a sentire il peso degli anni, pagando uno scotto piuttosto importante in termini di tecnologia di assistenza alla guida (sulla Panda non è presente nessun tipo di ADAS), ma la guida rimane sempre piacevole. Sterzo leggero, visibilità sempre ottimale, leva del cambio corta e vicino a volante e spazio in abbondanza, sono tutte peculiarità che rendono oltremodo interessante questa storica utilitaria, che nel tempo è cambiata senza però perdere il suo spirito originale.

Nell’allestimento che abbiamo guidato sono risultati piacevoli anche gli interni e, nello specifico, il tessuto utilizzato per realizzare i sedili ricavato da plastiche riciclate e recuperate negli oceani e certificato dalla Seaqual Initiative, l’organizzazione attiva nella pulizia dei mari di tutto il mondo.

Emiliano Ragoni

Etrusco di nascita e di origine, biologo di formazione con la passione per i motori e per il food. Fin dal lontano 2004 mi sono occupato di redazione di articoli in campo videoludico ed hi-tech scrivendo per diverse testate online del settore. Dopo aver diretto per sei anni la sezione motori di IBTimes IT, dal 2017 ho iniziato l’attività di freelance collaborando con importanti testate come alVolante, Wired Italia, Forbes Italia e Business Insider Italia, dove scrivo approfondimenti sulla mobilità alternativa e sostenibile, auto a guida autonoma e mercato. Guardo al futuro del fluido settore della mobilità con un occhio al passato, alle vetture classiche soprattutto. Mi affascina tutto quello che è tecnologia applicata sia alle due che alle quattro ruote.

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