Secondo giorno di protesta, questa volta davanti al Senato. Una nuova giornata di mobilitazione che arriva dopo la chiusura della commissione Affari Costituzionali che avrebbe dovuto calendarizzare a Palazzo Madama la discussione sulla legge per dare la possibilità ai fuori sede di poter partecipare alle future elezioni. “In commissione è ferma da più di sette mesi la nostra legge. Si tratta di 5 milioni di persone in Italia e siamo l’unico paese a non garantire il diritto di voto“, dicono gli organizzatori. “Le soluzioni ci sono già e lo raccontano gli altri Paesi europei. Bisogna solo impegnarsi a risolvere il problema entro giugno“, hanno concluso.
“Abbiamo fatto una battaglia sul voto per i fuori sede fin da quando siamo nati, anche chiedendo il rimborso per tutti. I giovani votano poco e dargli la possibilità è importante. Sono quasi 5 milioni ed io non vorrei vederli vedere tagliati fuori alle prossime elezioni europee perché l‘Europa è loro“. Così il leader di Azione, Carlo Calenda, aderendo alla staffetta dei fuori sede fuori Palazzo Madama dove la commissione non ha calendarizzato la discussione sulla questione. “Non si riesce a calendarizzare la discussione perché i partiti non sanno chi ne beneficia di più, uno sconcio per pochi soldi – ha continuato -. Per questo sono pessimista perché ci abbiamo provato nelle ultime due legislature”.
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