Il fenomeno è relativamente recente, essendo esploso solo da circa un decennio. Nel frattempo, però, è divenuto una pratica illegale. Dal 1° febbraio 2022, infatti, scatta la multa per chi dispone di una targa auto estera senza aver proceduto alla reimmatricolazione in Italia. Spieghiamo quindi con maggiore precisione di cosa si tratti.
Il fenomeno è anche noto con il nome di “esterovestizione“. Si tratta di un vero e proprio escamotage che permette ai proprietari dei veicoli a quattro ruote di non pagare alcune tasse allo Stato italiano e sottrarsi agli aumenti sulle assicurazioni, le multe e i controlli patrimoniali del fisco. Ma ora chi ha una targa auto non reimmatricolata in Italia infrange la legge. Per la precisione l’articolo 93 bis del Codice della strada e soprattutto la Legge europea 2019-2020, approvata dalla Camera a fine 2021.
La targa auto straniera su veicoli italiani è di per sé legale. Chi però proceda all’acquisto di una macchina all’estero ha tre mesi di tempo per denunciarne il possesso e immatricolarla anche nel nostro Paese. Trascorso questo lasso di tempo, scatta una multa compresa tra i 712 e i 3.558 euro. A ciò bisogna aggiungere il ritiro della carta di circolazione. Tale sanzione riguarda i proprietari di veicoli, “compresi quelli che ne consentono la circolazione a chi trasgredisce, che a distanza di tre mesi dall’acquisizione della residenza non hanno provveduto a immatricolare in Italia un’auto con targa estera“.
Come ha ricostruito ‘Il Sole 24 Ore’, la targa auto estera non è un fenomeno nuovo. Non era raro negli anni ’90 trovare per le strade nostrane vetture di lusso immatricolate soprattutto nell’Est dell’Europa. Il tutto però è diventato ancora più diffuso dopo il 2011. Anno in cui arrivarono importanti inasprimenti fiscali, a partire dalla nuova direttiva sulla Rc Auto, le tasse di iscrizione al Pra (Ipt) e proprietà (bollo), le notifiche delle multe e gli indici di reddito utilizzati dal Fisco.
La situazione in Italia era già cambiata con il Dl 113/2018, che vietò ai residenti da più di 60 giorni di guidare veicoli con targa auto straniera. Le eccezioni riguardavano noleggio o leasing avvenuto tramite operatori europei che non avessero sedi secondarie in Italia, o dipendenti di aziende estere che guidassero veicoli in comodato. Situazioni che ora la legge comunitaria regolamenta meglio, in particolare se dall’ingresso in Italia passano tre mesi (che pochi non sono).
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