A Bruxelles ha preso il via il Consiglio Affari Energia, convocato per trovare un’intesa sul tetto al prezzo del gas (price cap) proposto dalla Commissione Ue insieme all’intero pacchetto sull’emergenza energetica. La maggior parte dei 27 Paesi si è presentata al tavolo delle trattative con delle posizioni critiche rispetto alla proposta avanzata da Palazzo Berlaymont. Le 15 nazioni che a settembre avevano sottoscritto una lettera a favore del price cap, tra cui c’è anche l’Italia, hanno avuto una breve riunione prima dell’inizio del Consiglio e hanno raggiunto una decisione: rifiutare l’idea avanzata dalla Commissione. Quest’ultima è stata definita “uno scherzo” da Anna Moskwa, la ministra polacca dell’Ambiente.
Oltre ai Paesi favorevoli al price cap, anche quelli più scettici nei suoi confronti hanno fatto sentire la propria voce, tornando a evidenziare la propria preoccupazione per la sicurezza delle forniture.
Gilberto Pichetto Fratin, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ha detto con chiarezza che l’Italia, di comune accordo con i Paesi critici, non intende aderire al piano per il price cap presentato dalla Commissione Ue. La posizione “a questo punto è valutare complessivamente sia la proposta della Commissione sul price cap sia gli altri termini dell’accordo che possono riguardare gli altri temi, come la solidarietà e la trasparenza, ma tutto in un unico blocco. E su questo terremo la posizione alla riunione di questa mattina”. A chi gli ha chiesto se il mancato accordo sul price cap potrebbe far saltare tutto il resto, Fratin ha risposo così: “Non è una questione di accordo, ma di trattare l’intero pacchetto. Su alcuni temi l’accordo ci può essere”.
Anche la Francia e la Spagna hanno espresso delle posizioni critiche nei confronti della proposta sul price cap. Per Agnes Pannier-Runacher, la ministra della Transizione energetica francese, l’iniziativa dell’Ue “non basta e bisogna continuare a lavorare sulle relazioni con la Norvegia per limitare il prezzo del gas, ma anche sul disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità”. Ancora più dura la posizione di Teresa Ribeira, ministra della Transizione energetica della Spagna: “così com’è stato concepito sembra uno scherzo di cattivo gusto da parte della Commissione europea e la maggioranza degli Stati membri guarda con preoccupazione a ciò”.
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