Il Portogallo sperimenta da oggi la settimana lavorativa di quattro giorni. Le aziende private coinvolte sono 39, ma nel corso del tempo potranno unirsi anche altre. L’esperimento, che durerà fino a novembre, servirà a mettere in luce aspetti negativi e positivi, analizzando soprattutto l’impatto sulla produttività e sul benessere personale dei lavoratori e delle rispettive famiglie. Per i lavoratori non sarà prevista alcuna riduzione dello stipendio. Secondo i dati di OCSE, circa il 70% dei portoghesi lavora oltre 40 ore alla settimana.
L’esperimento pilota della settimana lavorativa corta era stato presentato a novembre. L’adesione al progetto è libera, ma il coinvolgimento è risultato più basso rispetto alle aspettative. Secondo il piano iniziale le aziende coinvolte dovevano essere 46 e i dipendenti 20mila, ma per il momento il numero è fermo a un migliaio di lavoratori. La pubblica amministrazione ne rimane momentaneamente fuori.
E in Italia? Recentemente l’Eurostat ha confermato che il 9,4% dei lavoratori dedica alla propria occupazione quasi 50 ore a settimana, contro il 7% della media europea. Qualche azienda, come il Gruppo Intesa, Lavazza, la Awin Italia e la Carter & Benson, ha provato a sperimentare la riduzione degli orari, ma gli esempi sono ancora pochi. I risultati sono stati positivi e un italiano su tre promuove la settimana lavorativa corta, ma per il momento da parte del mondo politico non sembrano esserci passi ufficiali in avanti.
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