Il Pil dell’Italia diminuirà del 10,5% nel 2020 prima di tornare a crescere del 5,4% (è non più del 7,7%) nel 2021. Questo è quanto emerge dalle prospettive economiche intermedie dell’Ocse diffuse a Parigi. Per quanto riguarda l’eurozona, secondo le stime Ocse il Pil diminuirà del 7,9% nel 2020 prima di tornare a crescere del 5,1%, nel 2021. Sempre secondo le stime intermedie dell’organismo internazionale, la Germania segnerà un -5,4% nel 2020 e un +4,6% nel 2021; quanto alla Francia si prevede un -9,5% nel 2020 e un +5,8% nel 2021.
Questo è per quanto riguardo il Pil dell’Italia e dell’eurozona. A livello globale, invece, l’atteso crollo del prodotto interno lordo causato dalla pandemia di coronavirus si attenua al -4,5% rispetto alla precedente previsione del -6%. Sul 2021, invece, l’Ocse prevede un rimbalzo del 5%, che rispetto a giugno è stato rivisto al ribasso di 0,2 punti. L’ente parigino, secondo cui in assenza delle massicce misure di stimolo e sostegno all’economia il crollo sarebbe stato ancora più drammatico, avverte però che sulle prospettive di ripresa persiste una “considerevole incertezza” e che dipenderanno anche dall’evolversi della pandemia (tanto che le proiezioni sono realizzate stimando l’avvio del vaccino di massa solo alla fine del 2021). E sottolinea che il rimbalzo rilevato in seguito all’allentamento delle misure di lockdown e al riavvio delle attività imprenditoriali “ha perso slancio nei mesi estivi”.
L’organismo rileva comunque che “se la minaccia del coronavirus svanisce più rapidamente del previsto, una maggiore fiducia potrebbe aumentare l’attività globale in modo significativo nel 2021”. Tuttavia, una “recrudescenza più forte del virus o più severe misure di contenimento, potrebbero tagliare di 2-3 punti percentuali crescita globale nel 2021, con un aumento della disoccupazione e un periodo prolungato di investimenti deboli”.
Della situazione economica in generale, oltre che del pil dell’Italia, ha parlato anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, secondo il quale “le conseguenze di questa crisi globale sono gravissime e difficili da valutare”. Le prospettive di ripresa sono dunque “incerte, e questo incide negativamente sulla spesa delle famiglie e sulle imprese”. Per questo il Recovery Fund rappresenta “un’occasione importante, da non perdere. I benefici che l’Italia potrà trarne dipenderanno dalla capacità di proporre interventi mirati e coerenti con gli obiettivi e i requisiti del programma e di attuarli in tempi rapidi e senza sprechi”.
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