ECONOMIA

Perché europarlamentari ed economisti vogliono tassare i più ricchi?

L’idea di tassare i cosiddetti “ultra ricchi” per permettere un’equa redistribuzione della ricchezza tra le varie fasce sociali sta prendendo sempre più piede in Occidente. Negli Stati Uniti, per esempio, Joe Biden vuole proporre al Congresso una minimum tax del 25% per i miliardari, come hanno anticipato delle fonti interne della Casa Bianca all’agenzia Bloomberg. Il presidente degli Usa, inoltre, vorrebbe aumentare di quasi il doppio la tassazione sul “capital gain”, portandola dal 20% al 39,6%, e aumentare i prelievi sul reddito dei colossi statunitensi.

Joe Biden (Foto di pubblico dominio)

La petizione degli europarlamentari europei

Anche in Europa ci si sta iniziando a muovere in una direzione simile. Di recente oltre 130 eurodeputati hanno firmato una petizione con la quale richiedere l’introduzione di una tassa sulla ricchezza degli “ultra ricchi” su scala internazionale per partecipare alla “transizione ecologica e sociale. “Quello che siamo riusciti a ottenere per le multinazionali, dobbiamo farlo ora per i ricchi”, hanno spiegato in un articolo pubblicato sul quotidiano Le Monde i promotori della campagna, l’europarlamentare francese Aurore Lalucq (Socialisti e Democratici, sinistra) e l’economista Gabriel Zucman. L’accordo di riferimento per una tassa globale minima del 15% sulle imprese multinazionali dovrebbe entrare in vigore nel corso del 2023.

Come verrebbero tassati i più ricchi?

Lalucq e Zucman hanno spiegato che al loro proposta consiste nell’introduzione di un’imposta progressiva sulla ricchezza delle persone più benestanti a livello internazionale, così da ridurre le diseguaglianze e contribuire a finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e sociale. I promotori della petizione hanno accennato all’idea di un’imposta dell’1,5% sui patrimoni di almeno 50 milioni di euro, specificando però che il livello esatto della tassa dovrebbe essere stabilito “collettivamente e democraticamente”. Oltre a chiedere all’Ocse e alle Nazioni Unite di avviare i negoziati sulla proposta, l’eurodeputata e l’economista hanno invitato anche l’Unione europea ad agire.

Parlamento europeo | Pixabay @Dusan_Cvetanovic

Nell’articolo pubblicato su Le Monde, i promotori della petizione hanno dichiarato che nel 2018 Elon Musk, all’epoca il secondo uomo più ricco del mondo, “non ha pagato un centesimo di tasse federali”. Hanno aggiunto che in Francia le 370 famiglie più ricche “sono effettivamente tassate solo del 2 o 3% circa”. Finora la petizione di Lalucq e Zucman ha ottenuto le firme di vari eurodeputati (perlopiù verdi e di sinistra), di una dozzina di economisti e di alcune Organizzazione non governative (Ong) internazionali, tra cui Oxfam.

Se la petizione dovesse portare a dei risultati concreti, i suoi effetti andrebbero a sommarsi a quelli della già approvata tassa minima per le multinazionali, che prevede un’imposta minima del 15% per tutte le grandi società a partire dal 2024.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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