Grandi novità per le pensioni, è in arrivo infatti l’Ape donna che torna per favorire l’addio anticipato dal lavoro per il settore femminile.
Una novità interessante che porta però anche dei cambiamenti per questa opzione non del tutto nuova che avrà conseguenze importanti dal punto di vista organizzativo.
Al momento sono al vaglio diverse combinazioni da parte del Governo sul tema pensioni, quindi questa potrebbe essere non l’unica del settore.
Ape Donna, le novità per il pensionamento anticipato
L’Ape Donna è un’opzione pensionistica rivolta al mondo femminile che permetterebbe alle lavoratrici di andare in pensione prima, tra i 61 e i 62 anni quindi precocemente anche rispetto ai 63 di cui si era parlato in precedenza. Il governo Meloni punta quindi al pensionamento femminile anticipato, consentendo questi anni come strumento per le future pensionate e dando così anche un impatto notevole sul mondo del lavoro con la necessità di implementare gli ingressi e quindi rigenerare il meccanismo per il regime pensionistico.

Il programma di Quota 103 sarà esteso fino al 2024, quindi l’obiettivo è ampliare la gestione del regime generale proprio per facilitare i nuovi ingressi. L’obiettivo è anche Quota 41 di cui si parla in modo sempre più interessante. La questione pensioni quindi è aperta ed è ancora sul tavolo, questa potrebbe essere la punta dell’iceberg di tutte le novità previste nel prossimo anno. Si sta considerando anche l’opzione part time per gli ultimi anni quindi la possibilità di lavorare meno ancor prima dell’età pensionabile. Il tutto sempre per consentire ai giovani di accedere prima al lavoro, se gli anziani non vanno in pensione o se questa non è sufficiente non si crea un circolo virtuoso, se il meccanismo si blocca non ci sono versamenti nuovi e quindi fondi per pagare le pensioni future.
La misura Ape invece anche con pochi anni di differenza sarebbe già fondamentale rispetto ai 63 anni che sono attualmente previsti. Le proposte sono studiate anche a sostegno delle donne che sono state licenziate, hanno condizioni economiche di svantaggio o un’invalidità al 74% e devono quindi fare i conti con limitazioni importanti. Utilizzando anche la contribuzione integrativa si potrebbe arrivare a una soglia minima sicuramente più interessante, soprattutto per color che hanno iniziato a versare i contributi dal 1996.
L’Ape Donna è l’Anticipo Pensionistico ed è un’indennità a tutti gli effetti che viene erogata dall’INPS per le lavoratrici con un pensionamento anticipato. Questa andrebbe però a sostituire Opzione Donna che permette alle donne di ritirarsi a 58 anni con 35 anni di contributi e due figli. Con l’Ape Donna saranno richiesti meno anno di contributi, ovvero 28/30 e quindi risulterà più fattibile per molte persone.