A causa dell’emergenza pandemica, il fatturato 2020 dell’industria registra un crollo dell’11,5% rispetto al 2019, segnando il peggiore risultato dal 2009. Secondo i dati dell’Istat nel quarto trimestre l’indice complessivo del fatturato è comunque cresciuto dello 0,8% rispetto a quello precedente. Con un incremento congiunturale dell’1,7% (per gli ordinativi) registrato a dicembre.
A ottobre il fatturato del settore secondario, al netto dei fattori stagionali, era aumentato del 2,2% rispetto al mese precedente. Nella media poi del trimestre agosto-ottobre si era registrata una crescita del 14,3% rispetto al trimestre precedente.
La dinamica congiunturale del fatturato nell’ultimo mese dell’anno è sintesi di una crescita del mercato interno (+2%) e di una contrazione di quello estero (-1%). Per gli ordinativi l’incremento congiunturale riflette un sostenuto aumento delle commesse provenienti dal mercato interno (+6,5%) e un significativo calo di quelle provenienti dall’estero (-4,9%). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a dicembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali per l’energia (+10,6%), per i beni strumentali (+1,5%) e per i beni di consumo (+0,6%). Per i beni intermedi si rileva, invece, una flessione dello 0,6%.
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di dicembre 2019), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali dello 0,5%, con un incremento dell’1,7% sul mercato interno e un calo marcato su quello estero (-4,6%). Tra i comparti dell’industria a dicembre registra un aumento significativo su base tendenziale il settore dei mezzi di trasporto (+38,9%), seguito dall’industria metallurgica (+7,1%), mentre il comparto tessile e dell’abbigliamento (-19,4%) e le raffinerie (-30,7%) segnano le performance peggiori.
In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi cresce del 7%, con aumenti su entrambi i mercati (+7,8% quello interno e +5,8% quello estero). I maggiori incrementi si registrano nella metallurgia (+15%) e nell’industria dei macchinari e delle attrezzature (+12,6%), mentre i peggiori risultati si rilevano per le farmaceutiche (-5,8%) e per l’industria tessile e dell’abbigliamento (-12,6%).
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