ECONOMIA

Gran Bretagna, buio dopo il Coronavirus: storico -20,4% per il Pil

Tempi durissimi in Gran Bretagna, a causa dell’emergenza Coronavirus e non solo. Le varie congiunture che si sono assommate oltre Manica hanno infatti generato numeri da record per l’economia locale. Fatalmente, in negativo.

Gran Bretagna: un crollo senza precedenti

Il Pil del Regno Unito ha fatto registrare un autentico crollo nel corso di aprile. Si tratta del mese in cui la Gran Bretagna ha dato ufficialmente inizio al lockdown e che è stato chiuso con -20,4% da primato. Una contrazione congiunturale, che ha colto di sorpresa gli stessi analisti (che si aspettavano un comunque pesantissimo -18,7%). E un calo del genere non ha precedenti nella storia della Gran Bretagna.

I numeri raccontano che ad aprile il Pil del Regno Unito si è contratto del 24,5% tendenziale, a fronte del -5,7% di marzo e di un atteso -22,3% per il quarto mese dell’anno. Questo ha dato vita al già citato -20,4% congiunturale, che riguarda tutti i settori della vita economica e sociale del Paese. Dall’educazione, alla sanità, ai pub, alla vendita di auto, ognuno di questi ambiti ha contribuito a un vero e proprio crollo. Che nella storia della Gran Bretagna non ha precedenti.

Tutti i settori piangono: è crisi profonda

C’è anche da sottolineare che nel trimestre terminato ad aprile, il calo del Pil britannico ha raggiunto il -10,4%. Un dato ben diverso dal -2% del trimestre precedente, ma che quantomeno rispecchia le aspettative degli analisti. Per quanto ci sia ben poco da essere sollevati.

Andando ad analizzare i singoli settori, la produzione industriale ha fatto registrare una variazione congiunturale del -20,3%, mentre quella manifatturiera è scesa del 24,3%. Numeri freddi, anzi gelidi, che aiutano a capire come tra Brexit e Coronavirus l’economia della Gran Bretagna stia davvero vivendo uno dei momenti più delicati della storia. Tanto che nessuno in Europa sta vivendo una flessione a livello economico come quella registrata a Londra.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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