Nelle sue previsioni d’estate la Commissione europea certifica il collasso dell’economia di tutta l’Eurozona a causa del Coronavirus: la maglia nera spetta all’Italia, con un calo record del Pil dell’11,2% atteso per il 2020 (dato ancora peggiore rispetto alle stime di maggio). Per un parziale recupero si dovrà aspettare il 2021 (+6,1%). Male anche Spagna (-10,9%) e Francia (-10,6%), non a caso i Paesi che spingono di più per il via libera al Recovery fund. Ma a soffrire è l’intera area euro: il prodotto interno lordo scenderà a -8,7% nel 2020, salvo poi risalire al 6,1%. “Una recessione ancora più profonda delle attese”, con “divergenze più ampie” rispetto a quanto stimato finora, come sostiene la Commissione europea.
“Le previsioni economiche d’estate ci mostrano che la strada per la ripresa è ancora lastricata di incertezza”, ha dichiarato il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni. “La pandemia ha colpito l’economia europea più forte dell’atteso, anche se un cauto rimbalzo sta cominciando”. I Paesi che cedono meno sono Lussemburgo e Malta, che comunque lasciano sul terreno rispettivamente il 6,2% e il 6% del Pil. Contrazioni ridotte anche per Germania, Olanda e Polonia. I motivi, spiega Gentiloni, sono legati “alla diversa tempistica e rigore dei lockdown, e alla diversa struttura economica”. Per sostenere la ripartenza di tutta l’Unione, però, a suo parere è necessario procedere con la revisione del patto di Stabilità. Un dossier sospeso durante l’emergenza ma che potrebbe ripartire “dopo l’estate”.
Anche le stime sull’inflazione subiscono un ritocco: nel 2020 in Italia ci si aspetta una crescita zero, in risalita a +0,8% nel 2021. Nelle previsioni di maggio, invece, Bruxelles stimava rispettivamente -0,3% e +0,7%. Il Coronavirus e le misure di contenimento, fa sapere la Commissione, hanno provocato una “profonda contrazione” dell’economia italiana. L’impatto, dovuto al blocco della produzione, sarà “ancora più pesante nel secondo trimestre” rispetto al primo. Nel terzo trimestre, invece, ci si attende una ripresa delle attività economiche grazie alle politiche del governo, ma solo in assenza di una seconda ondata di contagi. La produzione industriale riprenderà “più rapidamente”, si legge ancora nel documento, ma il turismo e tutte le attività associate impiegheranno più tempo per recuperare terreno.
La spesa dei consumatori dovrebbe riprendere dalla metà dell’anno, e il sostegno della cassa integrazione o di altri schemi dovrebbe ridurre l’impatto della crisi sui salari. Ma gli investimenti delle aziende “rimarranno depressi quest’anno, data l’alta incertezza sul fronte della domanda e la necessità delle aziende di conservare liquidità”, nonostante i prestiti garantiti, crediti fiscali e altre forme di sostegno. Per l’Italia, conclude Bruxelles, “le stime di crescita restano soggette a rischi al ribasso”. Come se non bastasse, “un crollo del mercato del lavoro protratto, una volta che le misure di emergenza saranno terminate, potrebbe frenare l’attesa ripresa”.
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