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L’emergenza Coronavirus e il conseguente lockdown non hanno risparmiato nemmeno le boutique di alta moda a Roma. Dopo quella di Gucci, in via Borgognona, infatti, anche Leoncino sta per abbassare definitivamente la serranda. Proprio questo episodio si può considerare come una sorta di campanello d’allarme, che può spingere anche altri esercenti a chiudere le proprie attività.
La conferma di questo triste trend arriva anche da Francesco Jacovone, del sindacato Cobas. “La ripresa dell’attività è parziale. I protocolli di sicurezza impongono ai lavorato di non mischiarsi quindi alcuni sono tornati al lavoro mentre altri sono ancora in cassa integrazione. Molti, tra l’altro, devono ancora prendere quella di marzo“, spiega. La preoccupazione è che i lavoratori possano perdere il proprio posto. “Fino a che persiste il blocco dei licenziamenti non possono essere licenziati per motivi economici, successivamente la preoccupazione è che le aziende del lusso sembrano stiano spostando le vendite online. Il mercato che traina di più è quello dei turisti stranieri, soprattutto i cinesi, e al momento è quasi fermo. La paura è che nel settore ci possa essere un’emorragia di posti di lavoro“.
Una situazione che rischia di peggiorare nei prossimi mesi. “Le boutique del centro hanno degli affitti altissimi. Le preoccupazioni sono per le Rinascenti o gli outlet, che vendono le vecchie collezioni. Il problema occupazionale, insomma, è grande e le aziende tendono ad approfittarsene. Già prima del coronavirus l’idea di spostare il fatturato sull’online c’era e credo che il Covid abbia accelerato questo processo“, conclude Francesco Jacovone.
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