500 euro di bonus anche a questi lavoratori nel 2023: è una vera svolta

500 euro di bonus per una determinata categoria di lavoratori-Newsby
Con il nuovo anno arriva un’ottima notizia per questa categoria di lavoratori. Ci sarà un bonus di 500 euro e sarà una vera e propria svolta
Il 2023 è iniziato con alcune novità, la maggior parte sono quelle previste nella nuova legge di Bilancio emanata dal nuovo governo di centro destra. Tra gli aspetti positivi si annovera sicuramente l’aumento delle pensioni, le modifiche al bonus trasporti e il bonus ai diciottenni, anche per merito scolastico.

La situazione però rimane ancora precaria, perché il tasso di inflazione è ancora molto alto e quindi è sempre più difficile arrivare a fine mese. Pagare le bollette è faticoso perché sono sempre più alte e quindi difficile da gestire, anche se sono stati erogati bonus come il termocamino che prevede un rimborso del 65% sull’acquisto di questo impianto.
Molti sono i bonus la cui scadenza era prevista per il 31 dicembre 2022, ma alcuni sono stati confermati nel 2023, come il bonus sulla prima casa under 36. Tra i nuovi bonus invece, troviamo quello sull’acqua potabile ma anche quello dei 500 euro per una determinata categoria di lavoratori: scopriamo di chi si tratta.
Bonus di 500 euro: ecco a chi è destinato
Si tratta di un incentivo destinato agli insegnati precari e si tratta della cosiddetta Carta docente. Questa permette di acquistare libri, computer, ticket per teatri, musei e corsi. Il tribunale di Firenze ha deciso che due insegnati con contratto a tempo determinato avranno il diritto di avere la Carta docente, ma non solo, anche la possibilità di avere gli arretrati.

Della carta docente prima ne beneficiavano solo gli insegnanti di cattedra e si accusava di discriminare i docenti precari. Nessuno era d’accordo sul fatto che il lavoratore, oltre ad essere precario, non aveva manco accesso al bonus che permettesse di migliorare le proprie prestazioni lavorative. Dal momento che neanche in Europa erano d’accordo riguardo questo provvedimento, è stato presentato un ricorso da Anief, consdierandolo appunto discriminatorio.