CULTURA

Tavoletta babilonese di 3.700 anni fa riscrive storia della matematica

Un’antica tavoletta d’argilla babilonese potrebbe riscrivere la storia della matematica. Sul reperto, risalente a 3.700 anni fa, è infatti inciso il più antico esempio di geometria applicata del mondo. Si tratta di un documento catastale stilato da un perito per risolvere un contenzioso per la divisione di un terreno. Nell’incisione si può notare come il perito abbia disegnato gli angoli retti utilizzando il sistema delle terne pitagoriche ben mille anni prima che venisse formulato dai Greci.

La scoperta dell’australiano Mansfield

L’importante scoperta si deve a Daniel Mansfield, un matematico australiano dell’Università del Nuovo Galles del Sud, che ha pubblicato i risultati del suo studio sulla rivista Foundations of Science. La tavoletta d’argilla si trova invece nel Museo archeologico di Istanbul, in Turchia, ed è stata rinvenuta nel 1984 in Iraq.

Catalogata con la sigla ‘Si.427’, secondo Mansfield “è l’unico esempio noto di documento catastale dell’antico periodo babilonese – spiega –. In questo caso ci racconta i dettagli legali e geometrici di un campo che è stato diviso dopo la vendita di una sua parte”.

Riscritta la storia della matematica?

“Con questa tavoletta possiamo davvero vedere per la prima volta perché i Babilonesi erano interessati alla geometria: serviva a tracciare i confini in maniera precisa. Questo avveniva in un periodo in cui la terra iniziava a diventare privata, aggiunge il matematico. “Le persone volevano stabilire i giusti confini per avere buone relazioni di vicinato; e questo è proprio quello che ci dice questa tavoletta”.

Secondo Mansfield, inoltre, la scoperta potrà avere importanti implicazioni anche per la storia della matematica, perché “nessuno si aspettava che i Babilonesi usassero le terne pitagoriche in questo modo”. Su un’altra tavoletta dello stesso periodo, Plimpton 322, si trova invece una lista delle loro applicazioni utili per la divisione dei terreni. In questo caso si tratta di una sorta di manuale che i periti babilonesi avrebbero utilizzato per risolvere i problemi di natura pratica.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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