Scuola, è giusto valutare i docenti? Ecco come funziona all’estero

Il 49% è favorevole alla valutazione periodica del lavoro dei docenti: lo rivela un sondaggio di Orizzonte Scuola

Foto Pixabay
Newsby Linda Pedraglio 8 Ottobre 2021

Valutare il lavoro degli insegnanti è giusto? Questa la domanda protagonista di un sondaggio lanciato dal portale Orizzonte Scuola. Poco più della metà dei partecipanti è contrario alla valutazione, con un scarto di soli otto punti, rispetto ai pareri favorevoli. Su un totale di 1432 partecipanti, il 50,28% è contrario a valutare la performance dei docenti durante la carriera, mentre il 49,72% si dichiara favorevole.

Valutazione docenti: il caso della Grecia

La riflessione sulla giustezza o meno di una valutazione del corpo docente è tornata alla ribalta dopo i disordini registrati in Grecia nei giorni scorsi. Il governo greco è infatti al lavoro per vagliare una nuova legge sulla scuola. Qualora venisse approvata, i docenti greci e le scuole sarebbero regolarmente sottoposti a prove e valutazioni. La legge in discussione prevede anche un voto minimo alla maturità, necessario per accedere alla carriera universitaria, e stabilisce il numero massimo di anni entro cui completare il ciclo d’istruzione superiore. Ad Atene e in altre città, i docenti e gli studenti sono scesi in piazza per protestare contro la normativa in discussione. Tafferugli, disordini e gas lacrimogeni hanno, nel giro di poche ore, preso il sopravvento sulla protesta, causando uno scontro aperto con le forze dell’ordine.

Francia e Germania possono essere un modello?

Ma quale situazione si profila in Italia? Un sistema basilare di valutazione è già attivo in tutte le scuole italiane. Si tratta del Comitato di valutazione dei docenti, costituito dal dirigente scolastico, tre docenti dell’istituto, un rappresentante dei genitori e un componente esterno. Lo scopo del comitato è valutare la qualità dell’insegnamento in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni.

Del tutto assente è però la valutazione del docente singolo e delle sue competenze, come per esempio accade in Francia. Qui gli insegnanti sono valutati ogni 6/7 anni tramite una valutazione condotta da ispettori pedagogici regionali. L’ispezione si svolge sul campo, mentre l’insegnante tiene la sua lezione. La valutazione si struttura in due fasi: l’osservazione di una sequenza didattica e colloquio individuale con l’insegnante.

Anche in Germania, gli insegnanti vengono valutati dagli Ispettori scolastici del Land e dal capo di istituto. In base alle linee guida sulla valutazione degli insegnanti delle scuole del settore pubblico, la valutazione si basa su colloqui con l’insegnante, rapporti sul suo rendimento, ispezioni durante le lezioni e valutazione dei risultati degli alunni. La valutazione si conclude con un rapporto finale che include una proposta relativa alla futura carriera.

Stipendi Italia e Germania: drammatico il confronto

Un altro tema su cui riflettere è la retribuzione degli insegnanti. Stando ai dati del rapporto “Education at a glance“, promosso da Ocse, un docente delle scuole superiori in Italia guadagna 39.322 euro in meno rispetto a un suo collega tedesco. Ma il divario retributivo emerge dal confronto anche con altri paesi europei. Gli insegnanti francesi guadagnano in media 2.553 euro in più rispetto agli italiani. Stesso discorso è valido per i docenti spagnoli con un divario di stipendio pari 6.882 euro rispetto ai colleghi italiani.

 

 

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