Foriero di gloria e successo, il Nobel per la Letteratura è forse il più ambito e prestigioso riconoscimento al mondo. Ma nella lunga storia del premio istituito da Alfred Nobel non sono mancate le eccezioni. Sono infatti ben tre gli scrittori che nel XX secolo hanno deciso di rifiutarlo. Dal poeta svedese Erik Axel Karlfeldt, allo scrittore russo Boris Pasternak, sino al filosofo francese Jean-Paul Sartre, gli scrittori che lo hanno rifiutato lo hanno fatto per ragioni diverse: chi per motivi politici, chi per conflitto d’interessi, chi per ragioni morali.
Nobel Letteratura, il caso di Erik Axel Karlfeldt
Il primo a rifiutare il Premio Nobel per la Letteratura è, nel 1918, il poeta svedese Erik Axel Karlfeldt. Membro dell’Accademia di Stoccolma, il poeta rifiuta il premio, denunciando un conflitto di interessi. Ma, all’indomani della sua morte, avvenuta nel 1931, gli viene conferito ugualmente.
Boris Pasternak costretto a rifiutare sotto minaccia
Nel 1958, è la volta di Boris Pasternak, poeta e scrittore russo, autore de “Il dottor Zivago”. Dopo aver ricevuto la notizia, il 23 ottobre 1958, festeggia la notizia con la moglie. Il giorno successivo, telefona alla segreteria del premio Nobel e proferisce soltanto sette parole. “Immensamente grato, commosso orgoglioso, meravigliato, confuso. Pasternak“. Ma le parole dello scrittore russo sollevano un polverone in Russia. La stampa inizia ad attaccarlo, definendolo un “traditore”. Minacciato dal Kgb di una possibile espulsione dalla Russia, Pasternak chiama per la seconda volta la segreteria del Nobel e rifiuta il premio. “Per il significato che a questo premio è stato dato dalla società alla quale appartengo“, proferisce il poeta russo. “Questo rifiuto non comporta naturalmente nessuna modifica per quanto riguarda la validità della sua assegnazione“, rispose l’Accademia Svedese durante la cerimonia di premiazione.
Jean-Paul Sartre rifiuta il Nobel: le motivazioni
Il 22 ottobre 1964 a vincere il Premio Nobel per la Letteratura è Jean Paul Sartre, scrittore e filosofo francese. L’Accademia di Svezia gli conferisce il riconoscimento “per la sua opera ricca di idee e piena di spirito di libertà e ricerca della verità“. Ma Sartre rifiuta in nome della libertà e del suo complicato rapporto con il potere. “Ho rifiutato il premio Nobel per la letteratura perché rifiuto che qualcuno consacri Sartre prima della sua morte”. Così Jean-Paul Sartre giustifica la sua scelta di rifiutare il Premio Nobel. “Nessun artista, nessuno scrittore, nessun uomo merita di essere consacrato da vivo, perché ha il potere e la libertà di cambiare del tutto“.
Il rifiuto di Sartre? Un evento annunciato
Ma il rifiuto di Sartre è un evento annunciato. Quando il suo nome aveva iniziato a circolare tra i favoriti, Sartre aveva spedito una lettera mai recapitata all’Accademia di Svezia. “Da alcune informazioni di cui ora sono venuto a conoscenza, avrei qualche possibilità, quest’anno, di ottenere il premio Nobel. Benché sia presuntuoso discutere di una votazione prima ancora che abbia avuto luogo, mi prendo la libertà di scriverle per dissipare o evitare un malinteso. Intanto, signor Segretario, le assicuro subito la mia profonda stima per l’accademia svedese e per il premio con cui ha onorato tanti scrittori”. Così scrive Jean-Paul Sartre nelle lettera spedita all’Accademia di Svezia, ma mai recapitata. “Tuttavia, per alcune ragioni del tutto personali e per altre che sono più oggettive, non desidero comparire nella lista dei possibili candidati e non posso né voglio né nel 1964 né dopo accettare questa onorificenza“.