CULTURA

A Milano la prima statua dedicata a una donna. In Italia sono poche

Inaugurata a Milano la prima statua dedicata a una donna. Si tratta di un monumento in onore di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, eroina e filantropa del Risorgimento che partecipò alle Cinque giornate di Milano. La statua è stata collocata in piazza Belgioioso in occasione dei 150 anni dalla morte della patriota, giornalista e scrittrice. Alla presentazione di ieri era presente il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala.

Milano, Sala: “La prossima a Margherita Hack”

Il progetto è promosso dalla Fondazione Brivio Sforza con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo, un contributo del Comune di Milano e il patrocinio di Regione Lombardia. A realizzare l’opera è stato lo scultore Giuseppe Bergomi sulla base della documentazione iconografica raccolta dalla Fondazione. Alla presentazione Sala ha detto che “è incredibile che non ci fosse prima di oggi nessuna statua a Milano dedicata a una donna”.

Poi ha annunciato che “la prossima sarà dedicata a Margherita Hack. Nel capoluogo lombardo, infatti, nessuno dei 121 monumenti presenti in piazze e parchi rappresenta una personalità femminile, ad eccezione di soggetti allegorici o di iconografia religiosa. Altra eccezione è la statua commemorativa della scultrice Rachele Bianchi. Si tratta però di un’opera realizzata dall’artista stessa e poi donata, nel 2018, al Comune dal figlio.

Le (poche) statue dedicate a donne in Italia

Ma in Italia esistono altre statue dedicate a delle donne? La risposta è “ni”. La lista dei monumenti presenti è infatti brevissima, sia per quantità che per varietà dei soggetti. Ad eccezione degli sparuti casi milanesi, in altri grandi centri della penisola come Torino e Napoli non risulta la presenza di statue femminili in spazi pubblici; mentre a Roma esiste al Gianicolo un monumento funerario dedicato all’eroina dei due mondi Anita Garibaldi, citata con il cognome del marito Giuseppe. L’opera risale al 1932, in piena epoca fascista.

All’Università di Padova troviamo invece una statua di Elena Lucrezia Corner Piscopia, prima donna laureata in Europa; mentre a Chiaravalle, sua città natia, una a Maria Montessori. Curioso il caso di Porto Cesareo, dove nel 2002 il Comune ha fatto erigere un monumento a Manuela Arcuri, “simbolo di bellezza e prosperità”, nonostante la legge lo impedisca per persone ancora in vita. Rimossa nel 2010, è stata infine ricollocata sul lungomare nel 2012 da un’altra Amministrazione.

Toponomastica, solo il 7% di vie ‘femminili’

Da ultimo, particolare è il caso della Sardegna. Sull’isola esistono infatti alcune statue della “juyghissa” Eleonora d’Arborea, firmataria della Carta de Logu, il codice di leggi in sardo volgare in vigore dal 1392 fino all’introduzione del Codice feliciano nel 1827. Presenti anche diversi monumenti alla scrittrice nuorese Grazia Deledda, prima donna italiana a vincere, nel 1926, il Premio Nobel per la letteratura. Ne esiste un’altra della Deledda anche a Cervia, in Emilia-Romagna.

Se escludiamo infine targhe e monumenti funerari all’interno di chiese e cimiteri, sono davvero poche le statue di donne che si trovano in spazi pubblici ampiamente frequentati. E non va di certo meglio sul fronte delle intitolazioni: secondo un’indagine dell’associazione Toponomastica Femminile, infatti, solo il 7% di vie e piazze italiane portano i nomi di donne.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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