L’anniversario della morte di Giordano Bruno: i roghi più famosi della storia moderna

Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno moriva sul rogo a Campo de' Fiori: altre personalità di spicco dell'era moderna fecero la stessa fine

Giordano Bruno
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newsby Lorenzo Rotella17 Febbraio 2023

Morire sul rogo, tra le fiamme in pubblica piazza. La società umana dell’era moderna è stata capace di tutto, dalle più grandi cose a quelle più atroci. La morte sul rogo è certamente una di queste. Bruciare per le proprie idee è una cosa che si tramanda ai posteri per testimoniare la lucida violenza di chi poneva fine alla vita altrui in nome delle poche e uniche interpretazioni possibili del mondo. Galileo abiurò per salvarsi la vita e continuare in segreto a studiare. Cosa diversa per Giordano Bruno e altri morti illustri sui roghi. Di Bruno oggi ricorre il 423esimo anniversario della morte a Campo de’ Fiori. Altri, prima di lui, sono morti tra le fiamme.

Giovanna d'Arco
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Che cos’era un rogo?

Il rogo era una condanna capitale utilizzata nei secoli passati in tutto il mondo. Si applicava agli accusati di stregoneria, eresia e sodomia. Il condannato, previa tortura, solitamente veniva legato a un palo, sotto e intorno al quale venivano messi legname e paglia a cui veniva poi dato fuoco. La morte sopraggiungeva per le gravissime ustione e per l’annerimento della carne. In altri termini: shock ipovolemico causato dal dissanguamento, dai danni agli organi interni o dal collasso cardiaco causato dal dolore intenso.

A seconda dei casi, si poteva morire anche per asfissia. Accadeva nel caso in cui il fuoco del rogo era lento. Queste pene capitali avvenivano davanti a una folta platea, ed erano considerati dei veri e propri eventi pubblici a cui prendere parte. Da un lato c’era il messaggio che la Chiesa e le istituzioni volevano mandare agli oppositori: mai opporsi o commettere peccato, pena la morte. Dall’altro, c’era una morbosa accettazione collettiva di un simile supplizio. I parenti o gli amici del condannato, per evitare sofferenze ulteriori, spesso pagavano il carnefice per stordire o strangolare la vittima (pratica, quest’ultima, talvolta concessa dalle autorità).

Giordano Bruno: tra i roghi illustri dell’era moderna

Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla”. Parole storiche che vibrano potenti a 423 anni di distanza dalla morte di Giordano Bruno. Per lui esistevano infiniti mondi e universi, e Dio parlava all’uomo non nei metodi convenzionali della Bibbia, che doveva essere interpretata. Troppa democrazia religiosa per l’epoca, che costarono caro al frate domenicano.

Dopo essere stato processato e torturato per tre anni, ascoltò in ginocchio la sentenza l’8 febbraio 1600. Fu al termine della lettura del verdetto che Bruno pronunciò le famose parole davanti ai suoi inquisitori. Rifiutò i conforti religiosi e il crocefisso prima di finire sul rogo il 17 febbraio. Con la “lingua in giova”, cioè serrata da una mordacchia perché non potesse parlare. Le sue ceneri furono poi gettate nel Tevere.

Il rogo di Jacques de Molay

Per chi non conoscesse Jacque de Molay, basti una sola cosa: fu l’ultimo Gran maestro dell’Ordine templare. Sulla morte si è incerti se avvenne l’11 o il 18 marzo, ma l’anno era il 1314. Arrestato assieme agli altri Templari di Francia, fu processato, torturato e condannato alla prigionia a vita nel 1307. Ma più avanti de Molay ritrattò la sua posizione e difese i Templari. Gli costò caro: nei pressi di Notre Dame, a Parigi, sull’isola della Senna detta “dei giudei”, morì sul rogo. Si dice che prima dell’esecuzione abbia maledetto la stirpe di Filippo IV e inveito contro Papa Clemente V.

Roghi famosi oltre a Giordano Bruno: Jan Hus e Giovanna d’Arco

Altri due roghi importanti oltre a quello di Giordano Bruno meritano attenzione. ll teologo Jan Hus morì sul rogo a Costanza il 6 luglio 1415. Fu scomunicato dalla Chiesa cattolica e condannato dal Concilio di Costanza nel 1411. La sua colpa? Promuovere il movimento religioso basato sulle idee di John Wycliffe, che tradusse la Bibbia in inglese e anticipò molte idee della Riforma protestante.

Girolamo Savonarola
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Giovanna d’Arco, famosissima per la sua storia, morì invece sul rogo il 30 maggio 1431 a Rouen. Recuperò parte del territorio francese caduto in mano agli inglesi durante la Guerra dei cent’anni. Fu catturata dai Borgognoni e venduta agli inglesi da Giovanni di Lussemburgo, vassallo del re d’Inghilterra. Sottoposta a processo per eresia, fu arsa viva.

Il caso di Girolamo Savonarola

Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola morì a Firenze il 23 maggio 1498. Personalità affascinante e carismatica, appartenente all’ordine domenicano, profetizzò sciagure per Firenze e l’Italia promuovendo un modello di “governo popolare largo” per la Repubblica fiorentina instauratasi dopo la cacciata dei Medici. Ma nel 1497, per il suo ascendente su Firenze e il fanatismo che pervase lui e la città (arrivando ad attaccare direttamente chi regge la Chiesa), fu scomunicato da papa Alessandro VI. L’anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come “eretico scismatico” e per aver “predicato cose nuove”.

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