Harry Potter e l’importanza di scegliere, la lezione di J.K. Rowling
Quando, esattamente vent'anni fa, uscì il primo film della saga di J.K. Rowling, nessuno poteva sospettare quanto la storia di Harry Potter avrebbe segnato un'intera generazione di lettori e spettatori in tutto il mondo

Foto DVD
Il 16 novembre 2001 usciva nei cinema del Regno Unito il primo capitolo della saga nata dalla penna di J.K. Rowling: “Harry Potter e la pietra filosofale“. In tanti la ricordano come una notte fredda, ammantata da un leggero nevischio, con gli spettatori che uscivano con cappotto e sciarpa dai cinema, stregati da quel magico mondo sul quale si erano affacciati per la prima volta. Nessuno poteva allora sospettare quanto la storia di Harry Potter avrebbe cambiato un’intera generazione, educato le menti e i cuori dei suoi lettori e spettatori, forgiato un mondo che di lì a poco avrebbe iniziato a vivere di vita propria. Quel 16 novembre di vent’anni fa fu soltanto l’inizio di un fenomeno straordinario, difficile da spiegare, ma ancora vivo e tangibile in milioni di lettori in tutto il mondo.
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Come Harry Potter ha segnato un’intera generazione
Considerata una delle più straordinarie saghe di formazione mai scritte, Harry Potter è stato per la generazione dei Millennial un riferimento imprescindibile. Mentre Harry Potter e i suoi fidati amici Ron e Hermione si facevano strada nel mondo magico, parallelamente milioni di giovani lettori si trovavano per la prima volta ad affrontare le medesime sfide. Quindi, la scuola, l’amicizia, il coraggio, la famiglia, il Male. E poi, nei capitoli successivi, l’amore, il lutto, la discriminazione, la linea sottile tra Bene e Male. Ogni libro, ogni film, costringevano Harry Potter e i suoi avidi lettori a fare i conti con qualcosa di nuovo, un lato di sé in ombra, spesso controverso, difficile da accettare.
Come quando, nel quinto capitolo della saga, Harry Potter capisce che il Male non è soltanto una forza esterna da combattere, ma un’ombra che vive dentro ognuno di noi, con cui bisogna imparare a convivere, scegliendo ogni giorno da che parte stare. O quando nel sesto libro, “Harry Potter e il principe mezzosangue“, si scoprono gli altarini di James Potter e Albus Silente, che da eroi senza macchia diventano uomini come tanti altri, con le loro ombre, le loro paure e i loro difetti. Ma la scoperta più folgorante e drammatica nella vita di Harry Potter riguarda un altro personaggio, Severus Piton. Sempre odiato, infido e malvagio, Piton è l’esemplificazione di chi si schiera a favore del Bene in silenzio. Di chi ama senza riuscire a pronunciarlo. Di chi si nasconde dietro una corazza impenetrabile per non far trapelare ciò che prova.
L’importanza di scegliere da che parte stare
Forse è proprio questa una delle maggiori lezioni che J.K. Rowling ha lasciato in eredità alla generazione di Harry Potter: l’importanza di scegliere. Sempre, ovunque e comunque. Del primo film “Harry Potter e la pietra filosofale“, c’è una scena particolarmente significativa in questo senso: quella del cappello parlante. Harry è appena giunto a Hogwarts, quando avviene la celebre cerimonia di smistamento nelle quattro Case della Scuola di Magia e Stregoneria. Quindi, Tassorosso, Corvonero, Serpeverde e Grifondoro. “Non a Serpeverde”, ripete Harry sottovoce, quando la professoressa McGranitt lo invita a indossare il Cappello. Questa è forse la prima volta in cui Harry, appena undicenne, ancora inconsapevole di quanto dovrà affrontare negli anni successivi, sceglie da che parte stare. Perché, come dirà Silente in una scena di “Harry Potter e il Calice di fuoco“, una delle più memorabili di tutto il film, “prima o poi dobbiamo tutti affrontare la scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile“.