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CULTURA

Alcune mummie ci aiutano a ricostruire la storia del tatuaggio

La parola “tatuaggio” è stata importata in inglese grazie al capitano James Cook, e la parola tahitiana “tatau” che la descrive è nata in Polinesia nel XVIII secolo. Ma la pratica precede di gran lunga la parola stessa e la pelle delle antiche mummie lo dimostra.

Ötzi the Iceman

La prima prova del tatuaggio è inchiostrata nel corpo di Ötzi the Iceman. La mummia è stata scoperta da escursionisti tedeschi nelle Alpi nel 1991. Ötzi visse in Tirolo e quando morì il suo corpo e i suoi tatuaggi furono preservati dal ghiaccio. Da allora gli archeologi hanno documentato 61 tatuaggi simili a linee sul suo corpo che si pensa siano stati creati perforando la pelle e applicando polvere di carbone.

Foto | Pexels @Narciso Arellano – Saluteweb.it

Alcuni di loro erano su aree associate al dolore nell’invecchiamento come le ginocchia e le caviglie, portando gli archeologi a teorizzare che fossero stati creati durante una sorta di trattamento del dolore. Ma altri tatuaggi geometrici sul petto di Ötzi suggeriscono che i tatuaggi avevano una sorta di uso rituale, cerimoniale o persino religioso fin dall’età neolitica.

Body art nell’antico Egitto

La prossima prima prova di tatuaggi proviene da mummie che si pensa siano morte tra il 3351 e il 3017 a.C. nell’antico Egitto. Scoperti nel 1900, sui corpi sono stati trovati tatuaggi nel 2018, quando i ricercatori li hanno riesaminati utilizzando l’imaging a infrarossi e hanno scoperto che ciò che sembrava sbavare sulla pelle era in realtà body art. Il loro inchiostro è la prima prova conosciuta di tatuaggi raffiguranti immagini, tra cui un toro selvaggio e una pecora sul braccio del maschio, e simboli che assomigliano alla lettera “S” e forse un bastone sul braccio e sulla spalla della femmina.

Le immagini avrebbero potuto essere status symbol o prove delle abilità di chi li indossava come il coraggio o la conoscenza del culto o delle pratiche rituali. Le differenze tra i tatuaggi delle mummie maschili e femminili suggeriscono una sorta di genere o sistema sociale.

Tatuaggi nelle Americhe

Una volta si pensava che una mummia della cultura Chinchorro, in quello che oggi è il Cile, sfoggiasse i tatuaggi più antichi conosciuti, una serie di punti neri simili a baffi sotto il naso. Ma ricerche più recenti hanno rivelato che l’uomo Chinchorro non è più vecchio di Ötzi.

La “Mummia Tolteca“, una donna che si pensa abbia vissuto intorno al 250 d.C. in quello che oggi è il Messico, è stata scoperta con complessi tatuaggi sull’avambraccio che riflettono motivi geometrici ondulati comuni in tutta la regione. Sebbene i ricercatori non siano in grado di individuare il motivo esatto per i tatuaggi, ipotizzano che abbiano scongiurato la malattia o facessero parte di una sorta di rito di iniziazione.

Tatuaggi nell’antica Europa orientale

I resti mummificati dei membri della cultura delle catacombe nell’Europa orientale, trovati vicino al Mar d’Azov in quella che oggi è la Russia, portavano tatuaggi coloranti vegetali che rappresentavano serpenti che i ricercatori ritengono facessero parte di pratiche di “magia simpatica” e ruoli sociali.

Tatuaggi di animali sono stati trovati anche sui corpi dei membri della cultura Pazyryk. Questi nomadi dell’età del ferro vivevano sui monti Altai e dipendevano dai cavalli per vivere e persino morire: furono sepolti accanto ai loro cavalli, come nel caso di una donna conservata dal ghiaccio scoperta nel 1993 accanto a sei cavalli imbrigliati e sellati. La donna era ricoperta di tatuaggi di complessi motivi di cavalli.

Alcuni ricercatori ritengono che i tatuaggi riflettano l’età e lo stato sociale, altri che i tatuaggi indicassero una connessione personale con i singoli cavalli e che fornissero prove importanti su come gli esseri umani e i cavalli interagissero quando erano vivi.

Foto | Pexels @Lokman Sevim – Saluteweb.it

Tatuaggi in Oceania

Nonostante l’origine tahitiana della parola “tatuaggio”, gli archeologi hanno trovato relativamente poche prove di tatuaggi nell’antica Polinesia: il clima caldo e umido dei tropici non si presta bene alla mummificazione. Nel 2019, i ricercatori hanno identificato una serie di strumenti per tatuaggi fatti di ossa umane che si pensa risalgano agli albori della cultura polinesiana in quella che oggi è Tonga circa 2.700 anni fa.

Ma gli studiosi non sono ancora sicuri di quali tipi di motivi fossero preferiti dagli antichi polinesiani o cosa significassero i segni per i polinesiani, ipotizzando che avrebbero potuto indicare l’appartenenza a un particolare gruppo sociale, riti di passaggio o il desiderio di essere protetti dal male.

La scarsità di prove di mummie più antiche di Ötzi, suggerisce che la vera storia del tatuaggio potrebbe non essere mai completamente scoperta. Nel frattempo, però, c’è molto inchiostro da cercare e altro da imparare su una pratica davvero antica.

Blu Di Marco

Sono laureanda in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano. Appassionata di libri da quando ero in pancia, potrei dire di vivere in una casa di carta. Dal 2021 sono editor e autrice anche per Giovani Reporter

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