Marco Giusta, il coordinatore del Torino Pride, ha spiegato ai nostri microfoni la scelta degli organizzatori della manifestazione di non chiedere il patrocinio alla Regione Piemonte. “Noi abbiamo scelto di non chiedere il patrocinio perché non ci sentiamo rappresentati dalle politiche della Regione Piemonte“. Una scelta influenzata anche dai “silenzi degli anni passati“. “Alla Regione contestiamo le politiche discriminatorie attraverso un portato ideologico a mettere in campo ostacoli nel cammino di vita di tante, troppe persone – evidenzia Giusta – Il titolo del Torino Pride di quest’anno è Tacchi rotti, eppur bisogna andar: ci hanno rotto i tacchi, siamo stufi e stufe di dover chiedere quotidianamente l’eguaglianza. Continueremo a lottare, in maniera stanca perché sappiamo che meriteremmo solo la felicità quando ci viene impedita. Guardiamo al futuro con resistenza“.
Giusta ha spiegato che “quest’anno il Pride ha assunto un’ottica ancora più intersezionale. Le richieste fanno parte di un documento politico scritto a tante mani e vertono sul tema dei diritti: immaginiamo una società diversa, in cui tutte le persone possano essere accolte e le differenze possano arricchire gli altri. A livello locale chiediamo il riavvio delle trascrizioni anagrafiche e un’azione congiunta delle istituzioni per mettere in campo contrasti all’omolesbotransfobia“.
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