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“Zona arancione? Fino a lunedì non ci diranno nulla, dobbiamo sempre correre all’ultimo minuto. È assurda la nostra chiusura, senza motivazione”. Le estetiste di Torino sono scese in piazza Castello a protestare contro la chiusura dei loro centri. “Non ci è stata data spiegazione del motivo, perché noi chiusi e i parrucchieri aperti, i centri estetici cinesi aperti? C’è sempre l’abusivismo che dilaga, c’è chi lavora in nero, va di casa in casa, in nero. Lo Stato lo sa, ma non fa i mandati di perquisizione. Le spese? Una roba incredibile. Manca soltanto i raggi gamma e il mio istituto è una sala operatoria. Ci chiamano untrici, dicono che da noi si prende il Covid”.
Del resto, aveva creato non poche perplessità la decisione nel dpcm di inizio novembre di chiudere i centri estetici nelle zone rosse, ma far proseguire l’attività ai parrucchieri. “In 49 anni di lavoro siamo sempre stati equiparati, non lo ritengo opportuno, mi sembra una vera ingiustizia. L’umore del settore delle estetiste è pessimo”, aveva spiegato una ex docente di servizi alla persona che domani dovrà chiudere l’attività per almeno un mese. “Il contatto tra estetista e clienti è più pericoloso“, ha invece detto il proprietario di un centro compressivo di parrucchieri ed estetisti.
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