Continuano incessanti le ricerche per il salvataggio del sommergibile Titan, il quale era diretto al relitto del Titanic più di 4 giorni fa. Si tratta di una vera e propria corsa contro il tempo che, secondo gli esperti, sembra essere già scaduta.
Le 96 ore di scorte di ossigeno sembrerebbero giunte al termine, ma le ricerche non si fermano, anzi, restano attive al 100% secondo quanto ha dichiarato il capitano Jamie Frederick.
Le operazioni di salvataggio comprendono il dispiegamento di aerei militari statunitensi e canadesi, navi della Guardia Costiera e robot teleguidati nell’Atlantico settentrionale, in prossimità di quelle zone in cui molteplici rumori sottomarini sono stati rilevati tra martedì e mercoledì.
Rumori che fanno sperare come i passeggeri possano essere ancora vivi, anche se gli esperti non sono stati in grado di confermarne la provenienza.
Il sommergibile Titan della Ocean Gate e gli aggiornamenti sul salvataggio
Il Titan dell’Ocean Gate ha iniziato la sua immersione nella giornata di domenica e sarebbe dovuto riemergere sette ore dopo, secondo la Guardia Costiera statunitense.
L’imbarcazione, lunga 6,5 metri, ha interrotto le comunicazioni a meno di due ore dall’inizio del suo viaggio volto a osservare da vicino i resti del Titanic, che si trova a quasi quattro km sotto la superficie dell’Atlantico settentrionale.

Il sommergibile trasportava il miliardario britannico Hamish Harding e il magnate pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, anch’essi di cittadinanza britannica, oltre al CEO dell’azienda, Stockton Rush, e l’operatore francese Paul-Henri Nargeolet.
David Gallo, lo scienziato esploratore di acque profonde, ritiene che ci vorrebbe un miracolo per salvare le persone intrappolate su Titan, anche se rimane ottimista. Ha inoltre ricordato che, qualora fosse trovato proprio in questo ultima ‘finestra’ di tempo, “ci vorrebbero ore per portarlo in superficie“.
IÂ rumori provenienti da sott’acqua sono “credibili e ripetuti”, il che significa che le squadre di soccorso dovrebbero muoversi rapidamente per cercare di localizzarlo, ha commentato Gallo parlando a Good Morning Britain sull’emittente ITV.
“Dobbiamo, a questo punto, assumere che quello sia il sottomarino e spostarci rapidamente in quel punto, localizzarlo e calare i robot”. “Devono essere assolutamente pronti perché per localizzarlo e portarlo in superficie, ci vogliono ore”, ha aggiunto.
Gli esperti fanno notare inoltre che, a questo punto, non è solo la mancanza d’aria l’unico pericolo. Il batiscafo potrebbe anche aver perso energia elettrica, la quale svolge un ruolo fondamentale nel controllo dei livelli di ossigeno e anidride carbonica.
E mano che i livelli di ossigeno diminuiscono, la proporzione di anidride carbonica respirata da coloro che si trovano all’interno aumenterà , il che potrebbe avere conseguenze fatali: perché man mano che i livelli di anidride carbonica si accumulano, essa diventa come un sedativo, un gas anestetico che addormenta. L’ipotermia dovuta al troppo freddo è un altro rischio.
In una conferenza stampa, il capitano Jamie Frederick della Guardia Costiera americana ha sottolineato che l’operazione di ricerca resta “molto complessa” e copre fino a circa 20.000 chilometri quadrati, un’area più grande dello stato del Connecticut.
Frederick ha elencato il numero di risorse messe a disposizione per le ricerche: da un aereo da trasporto militare statunitense Lockheed C-130 Hercules a un aereo canadese Boeing P-8 Poseidon in grado di rilevareoggetti sotto il mare.
Anche navi private si sono unite alle ricerche e altre navi della Guardia Costiera. Una delle maggiori difficoltà nelle operazioni di salvataggio è che, anche se il sommergibile viene trovato, sarà molto difficile portarlo in superficie perché la maggior parte dei sottomarini può spingersi solo per qualche centinaio di chilometri nell’oceano.