Oggi, martedì 4 gennaio, sono entrate ufficialmente in vigore le nuove norme dell’Ue sui tatuaggi, pensate per rendere più sicuri i prodotti iniettati sottopelle. Le regole vietano l’uso degli inchiostri contenenti sostanze cancerogene e tossiche. Si stima che complessivamente dal mercato spariranno circa 4mila sostanze, la maggior parte delle quali può però già contare su dei sostituti sicuri. Prevista una speciale deroga di un anno fino al 4 gennaio 2023, per i pigmenti Blue 15 e Green 7, per i quali la Commissione europea e gli Stati membri hanno deciso di concedere più tempo all’industria per trovare soluzioni alternative.
Eric Mamer, portavoce della Commissione europea, ha spiegato che “molte delle sostante messe oggi al bando sono già vietate in sette Stati membri”. Non si tratta quindi di una vera e propria novità, bensì della “generalizzazione di una pratica che esiste già in alcuni Paesi”. Gli ultimi dati disponibili indicano che circa il 12% dei cittadini europei ha almeno un tatuaggio. In questa statistica sono compresi anche gli adolescenti. Per quanto riguarda l’Italia, i numeri forniti dall’Istituto Superiore di Sanità indicano che ci sono sette milioni di italiani con almeno un tatuaggio. Il 60% dei quali ha avuto una reazione avversa.
Le nuove restrizioni coprono sostanze cancerogene, mutagene e tossiche, oltre a quelle irritanti per la pelle e gli occhi. Per quanto riguarda le sostanze per le quali non vi sono dati sufficienti per stabilire una soglia, è prevista una quantità molto bassa nei prodotti finiti, pari allo 0,1%. Le restrizioni, entrate in vigore oggi, sono state adottate dalla Commissione nel dicembre del 2020, in seguito alla pubblicazione di studi che hanno certificato l’esistenza di allergie e problemi della pelle dovuti ai tatuaggi. Sono state prese in considerazione anche le valutazioni di impatto scientifico e socioeconomico effettuate dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa).
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