Stupro di palermo, il minorenne accusato torna in carcere. Le vanterie sui social

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Newsby Matilde Brizzi 25 Agosto 2023

Quattro giorni fa uno dei giovani uomini coinvolto nello stupro di gruppo a Palermo, a danni di una 19enne, era stato scarcerato a affidato a una comunità a seguito di aver confessato il suo contributo al gesto orribile.

Ora il ragazzo, che era minorenne quando è successo l’accaduto il 7 luglio ma che ha nel frattempo compiuto la maggiore età, viene ritrasferito in carcere per volere del gip. Alla base della decisione, quindi della revoca del soggiorno del ragazzo in una comunità invece che dietro alle sbarre, ci sarebbero dei video pubblicati sui social dallo stesso, in cui emerge l’assenza totale di consapevolezza circa il danno irreparabile causato alla giovane.

Le vanterie su TikTok del ragazzo

“Tali nuovi e sopraggiunti elementi investigativi tratteggiano la personalità di un giovane che, lungi dall’aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso (avvalendosi dalla forza del gruppo ai danni di una giovane donna resa inerme a causa della intossicazione da alcol procurata dagli stessi partecipanti alla violenza) avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità, ha continuato ad utilizzare il telefono cellulare e/o altro dispositivo informatico a vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione a modelli comportamentali criminali” scrive la gip del Tribunale dei minorenni di Palermo, Antonina Pardo, nell’ordinanza con cui ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Il giovane, lo scorso 19 agosto era stato scarcerato e trasferito in una comunità dopo l’interrogatorio di garanzia in cui aveva confessato. Ma nei successivi alla confessione, durante il suo soggiorno in comunità, egli non solo ha utilizzato il telefono andando contro alle disposizioni, ma avrebbe anche postato su Tik Tok video e frasi cercando ulteriore visibilità.

Arriviamo a 1000 follower così potrò fare la live e spiegarvi la situazione com’è andata realmente“, scriveva. E ancora: “Mi piace trasgredire” e in sottofondo la canzone napoletana “Nun se toccano ‘e femmine” o la sua foto con il commento in sovraimpressione: “La galera è il riposo dei leoni“. Tutti elementi che per il gip rivelano “inequivocabilmente l’estremo compiacimento rispetto a quanto accaduto, la sua totale insensibilità rispetto all’atrocità commessa considerata fonte di divertimento e il suo disprezzo per la vittima”.

Sette ragazzi a Palermo che tengono una ragazza ubriaca nella notte in cui la stuprano
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Le chat con amici nelle ore successive allo stupro

Non solo, ad aggravare il caso concorrono i messaggi scritti e vocali rinvenuti nelle chat del più giovane dei sette stupratori scambiati con amici, che risalgono alla notte stessa dell’accaduto o al giorno successivo.In questi il giovane racconta con allarmante disinvoltura e divertimento l’orrore andato in scena nel cantiere abbandonato al Foro Italico.

Cumpà, ficimu un macello, n’addivertemmu, troppi cianchi (Compare, abbiamo fatto un macello, ci siamo divertiti, troppe risate, ndr.)“, spiega al suo interlocutore, al quale, con un linguaggio crudo e volgare, racconta cosa hanno fatto in sette.
Ficimo un macello. Siamo stati un quarto d’ora compà e in un quarto d’ora lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta“, aggiunge. “Però così è brutto“, replica il suo amico e lui, che – ammette – quella ragazza “neppure la conoscevo“, risponde: “Ahah troppo forte, invece“.

Messaggi choc finiti oggi nell’ordinanza con cui il gip Antonina Pardo, accogliendo la richiesta della procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna, ha disposto per il più giovane degli indagati, ormai oggi maggiorenne, di farlo tornare dietro le sbarre.

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