CRONACA

Covid, in Sicilia esplode il caso dei “numeri alterati”: arresti in Regione

In Sicilia esplode il caso legato ai numeri della pandemia. Secondo quanto riportato dall’Ansa, i carabinieri del Nas di Palermo e del Comando provinciale di Trapani sono al lavoro nella giornata di martedì per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di una dirigente della Regione Siciliana e di due suoi collaboratori. In tutto sono sette gli indagati. Fra i quali c’è anche un assessore regionale. Per il Gip sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite”.

Le accuse del Gip: “Falso materiale e ideologico”

Si trovano al momento ai domiciliari la dirigente generale del Dasoe (Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e un dipendente di una società che si occupa della gestione informatica, Emilio Madonia. Tra gli indagati anche assessore regionale alla Sanità della Sicilia Ruggero Razza, cui i carabinieri hanno requisito alcuni telefoni, “sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave.

Le accuse mosse dal Gip di Trapani nei confronti del funzionari sono di falso materiale e ideologico. In particolare, secondo l’ordinanza del giudice, ci sarebbero state alterazioni dei dati regionali relativi al numero dei positivi, dei tamponi. In alcuni casi, gli accusati avrebbero alterato anche i dati dei decessi per condizionare le decisioni della Cabina di regia.

Nell’ordinanza, il gip di Trapani punta il dito contro un “disegno politico scellerato” per evitare la zona rossa. In particolare, i numeri sarebbero stati “spalmati” nel tempo per evitare che la Cabina di regia inserisse la Sicilia nella fascia con le restrizioni più pesanti.

Gli accertamenti sul laboratorio di Alcamo e l’avvio dell’inchiesta

Le autorità giudiziarie della provincia di Trapani hanno avviato l’inchiesta dopo la scoperta, in un laboratorio di Alcamo, di documenti con dati falsati riguardanti decine di tamponi. Gli accertamenti avrebbero poi confermato il coinvolgimento dei funzionari regionali. I pm avrebbero utilizzato anche diverse intercettazioni nell’inchiesta, che confermerebbero l’alterazione dei dati inviati alla Cabina di regia.

Gli investigatori hanno poi riportato numerosi casi simili di alterazione dei dati. L’ultimo di questi, recentissimo, risala al 19 marzo. I carabinieri hanno perquisito le case degli indagati alla ricerca di materiale utile per le indagini. Hanno inoltre acquisito mail e dati archiviati nei server dell’assessorato Regionale alla Salute del Dasoe.

 

Redazione

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