I casi giudiziari del 2021 tra sentenze, polemiche e indagini riaperte

Dalle sentenze per gli omicidi Cerciello Rega e Vannini ai casi Eni ed ex Ilva, passando per la riapertura delle inchieste su Moby Prince e David Rossi

La Suprema Corte di Cassazione a Roma (Pixabay)
Newsby Alessandro Boldrini 30 Dicembre 2021

Omicidi, stragi, disastri ambientali e casi storici che attendono giustizia dopo decenni. È questo il bilancio, dal punto di vista giudiziario, di un 2021 che si avvia verso le battute finali. Ripercorriamo insieme ciò che è avvenuto nelle aule di giustizia italiane quest’anno, fra sentenze, polemiche e indagini riaperte.

Le sentenze del 2021

Eni e le tangenti in Nigeria, tutti assolti

Tra le sentenze più importanti del 2021 troviamo sicuramente quella pronunciata il 17 marzo dalla VII sezione penale del Tribunale di Milano sul presunto caso di corruzione internazionale ribattezzato ‘Eni/Shell-Nigeria’. Secondo la Procura milanese, l’Eni avrebbe pagato una maxi tangente per l’acquisizione dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero nigeriano Opl 245. I giudici hanno però assolto con formula piena tutti e 15 gli imputati; compresi l’a.d. di Eni Claudio Descalzi e le due società. La Procura ha presentato appello.

Omicidio Vannini, condanna definitiva per i Ciontoli

C’è poi la sentenza sulla morte di Marco Vannini, il 21enne di Cerveteri colpito da un proiettile nel bagno di casa della fidanzata nella notte fra il 17 e il 18 maggio 2015. Dopo sei anni e cinque gradi di giudizio, il 4 maggio la V sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna per quattro imputati. E cioè: Antonio Ciontoli (14 anni), la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina (tutti e tre 9 anni e 4 mesi). Quest’ultima all’epoca dei fatti era fidanzata con Vannini.

Caso Cerciello Rega, ergastolo ai due americani

Il 7 maggio, la I Corte d’Assise di Roma ha condannato all’ergastolo Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjort. I due giovani americani sono accusati di aver ucciso con 11 coltellate un vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. Il militare 37enne è morto nel quartiere Prati della Capitale nella notte fra il 25 e il 26 luglio 2019. Il 10 febbraio inizierà il processo di secondo grado in Corte d’Assise d’Appello.

Le minacce a Saviano del boss Bidognetti

Sempre a Roma, il 24 maggio la IV penale ha condannato in primo grado per minaccia aggravata dal metodo mafioso a 1 anno e 6 mesi il boss del clan dei casalesi Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e Mezzanotte. Insieme al suo legale, Michele Santonastaso (1 anno e 2 mesi), è ritenuto l’autore del “proclama criminale” che prese di mira lo scrittore Roberto Saviano, determinando così l’aumento della sua scorta. Vittima delle minacce, secondo i giudici, fu anche la giornalista Rosaria Capacchione.

Ilva, condannati i Riva per disastro ambientale

Il 31 maggio si è invece chiuso il processo di primo grado sul disastro ambientale legato all’ex Ilva di Taranto. La Corte d’Assise del capoluogo pugliese ha condannato rispettivamente a 22 e 20 anni Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva. In totale, i giudici hanno pronunciato 26 sentenze di condanna, per complessivi 270 anni di carcere. Condannato a 3 anni e mezzo anche Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia.

Ruby ter, Berlusconi assolto a Siena

Risale al 21 ottobre, invece, l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” dell’ex premier Silvio Berlusconi e del pianista di Arcore Danilo Mariani nel processo Ruby ter a Siena. Entrambi erano imputati per corruzione in atti giudiziari e l’accusa chiedeva una condanna a 4 anni.

’Ndrangheta, 70 condanne a Catanzaro

La data del 6 novembre 2021 verrà ricordata a lungo da tutti coloro che sono impegnati nella lotta alla mafia. In particolare alla ’ndrangheta. Quel giorno, infatti, il gup di Catanzaro ha emesso 70 condanne (e 20 assoluzioni) nel troncone in rito abbreviato del maxiprocesso ‘Rinascita-Scott’. L’operazione della Dda guidata da Nicola Gratteri portò all’arresto di oltre 300 persone gravitanti attorno alle cosche vibonesi nel dicembre del 2019.

Polemiche per la sentenza su Mimmo Lucano

Tra le sentenze più dibattute del 2021 troviamo infine quella a carico dell’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano. Il 30 settembre il Tribunale di Locri lo ha condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi per presunti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti. La condanna ha subito acceso un forte dibattito pubblico (e politico) sul cosiddetto “modello Riace”.

I casi più discussi dell’anno

Doppia archiviazione per Carola Rackete

Ma non ci sono solo le sentenze. Alcune vicende giudiziarie hanno iniziato a far discutere ancora prima dell’inizio di un vero e proprio processo. Come nel caso di Carola Rackete, la comandante tedesca della nave Sea-Watch 3, arrestata nel giugno 2019 per resistenza o violenza contro una nave da guerra. Il 19 maggio, il gip di Agrigento (che già non aveva convalidato l’arresto) ha archiviato, su richiesta della Procura, l’inchiesta a carico di Rackete che, nonostante il divieto del Viminale, attraccò a Lampedusa per far sbarcare 53 migranti soccorsi 17 giorni prima. Durante la manovra di avvicinamento al porto, la nave urtò una motovedetta della Guardia di Finanza. Il 23 dicembre, il gip agrigentino ha archiviato la 33enne anche per l’ingresso non autorizzato nelle acque territoriali italiane.

Calciopoli, il ricorso di Giraudo alla Cedu

Spera invece che venga riscritta la storia di Calciopoli Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus dal 1994 al 2006 sospeso a vita dalla Figc. A settembre la Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, ha infatti dichiarato ricevibile il suo ricorso contro le sentenze della magistratura nostrana. La partita è però ancora lunga: ora tocca infatti allo Stato italiano fornire ai giudici di Strasburgo i documenti che provano il rispetto del principio del “giusto processo”. La discussione nel merito non avverrà dunque prima di diversi mesi.

Giulio Regeni, il processo agli 007 egiziani è da rifare

Un processo che si è fermato prima ancora di partire è quello per la morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso e ritrovato senza vita al Cairo nel febbraio 2016. Il 15 ottobre la III Corte d’Assise di Roma ha infatti annullato l’atto con cui il gup aveva disposto il rinvio a giudizio di quattro 007 egiziani (Sabir Tariq, Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif) accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso Regeni. Per i giudici i quattro imputati, assenti nell’aula bunker di Rebibbia, potrebbero non essere a conoscenza del processo a loro carico.

Patrick Zaki libero dopo 22 mesi in cella

Arriviamo poi al caso di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna scarcerato il 7 dicembre dopo 22 mesi di reclusione in Egitto. Zaki il 1° febbraio 2022 dovrà comunque presentarsi in aula al tribunale di Mansoura per il processo a suo carico. Rischia fino a 5 anni di carcere per diffusione di notizie false.

Omicidio Ciatti, libero il killer ceceno

È notizia di ieri, 29 dicembre, la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, uno dei due ceceni accusati della morte di Niccolò Ciatti. Il 21enne di Scandicci fu pestato a morte nella notte fra l’11 e il 12 agosto del 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. A disporne il rilascio è stata la Corte d’Assise di Roma a causa di un difetto di procedibilità. L’inizio del processo (che ora rischia di celebrarsi in contumacia) è previsto per il 18 gennaio 2022.

I nuovi processi aperti nel 2021

I mandanti della strage di Bologna del 1980

Dopo le sentenze più importanti e i casi maggiormente discussi, vediamo ora quali sono i nuovi processi partiti nel 2021. Fra i più importanti troviamo sicuramente quello sui presunti mandanti della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Il dibattimento si è aperto il 16 aprile davanti alla Corte d’Assise del capoluogo emiliano a carico, fra gli altri, della primula nera Paolo Bellini, ex appartenente di Avanguardia Nazionale. Secondo l’inchiesta della Procura generale di Bologna avrebbe agito in concorso anche con il defunto Licio Gelli, ex capo della loggia massonica P2.

Crollo ponte Morandi, processo al via

Il 15 ottobre è cominciata a Genova l’udienza preliminare del processo per il crollo del ponte Morandi. Nella tragedia del 14 agosto 2018 persero la vita 43 persone. Gli indagati per quel disastro sono in totale 59 e hanno chiesto di costituirsi circa 500 parti civili.

Salvini a giudizio per il caso Open Arms

Il 23 ottobre, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, è infine iniziato quello a carico dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il leader della Lega è imputato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per aver vietato lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave spagnola Open Arms nell’agosto del 2019. Fra i testi ammessi dal Tribunale, oltre agli ex ministri del primo Governo Conte, c’è anche l’attore Richard Gere. In precedenza, il 14 maggio, il gup di Catania aveva dichiarato il non luogo a procedere di Salvini per l’analogo caso della nave Gregoretti. Il proscioglimento è diventato definitivo il 27 settembre.

Le indagini riaperte

Nuova inchiesta sulla morte di David Rossi

L’ultimo capitolo di questo viaggio nel 2021 giudiziario riguarda le indagini riaperte quest’anno. Il 20 dicembre la Procura di Genova ha aperto un nuovo fascicolo per atti relativi (senza ipotesi di reato) sulla morte di David Rossi, l’ex capo della comunicazione della banca Monte dei Paschi di Siena. Rossi precipitò il 6 marzo 2013 dalla finestra del suo ufficio presso Rocca Salimbeni. Del caso si è interessata anche l’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta.

Due “superperiti” per il disastro Moby Prince

Infine, è notizia di questi giorni, precisamente del 28 dicembre, che la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Firenze ha incaricato due “superperiti” di far luce sul disastro della Moby Prince. Il traghetto Livorno-Olbia andò a fuoco nella notte del 10 aprile 1991 dopo la collisione con una petroliera nelle acque davanti al porto di Livorno. Nel disastro morirono arse vive 140 persone e vi fu un unico sopravvissuto. I due esperti avranno 90 giorni di tempo per scoprire eventuali elementi a suffragio della tesi della presenza di esplosivi a bordo della nave.

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