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“Sono felicissima, avevamo tutti bisogno di tornare a scuola in presenza. Speriamo che si tratti di un ritorno definitivo e che possa portare prima al 75% e poi al 100%“. A dirlo è Maia, una studentessa di Torino che oggi, insieme agli altri ragazzi delle scuole superiori, ritorna in classe in presenza al 50%. “Sono stati messi in atto dei miglioramenti per i mezzi di trasporto. Ora alle fermate sono presenti degli addetti che controllano il mantenimento della distanza di sicurezza e il corretto utilizzo delle mascherine. Spero che queste misure si rivelino efficaci e possano permettere agli studenti di non dover più tornare a vivere una situazione come quella affrontata fino all’altro ieri“, spiega Maia.
Maia spiega che gli studenti si sono sentiti “presi in giro“. In questi mesi la scuola non è mai sembrata una vera priorità del Governo, come dimostrato dalla mancata riapertura in sicurezza “già a settembre“. Risolvere i problemi degli studenti “sembra più che altro una scocciatura, ma almeno si stanno muovendo dei passi avanti“. Dopo mesi di lotta contro la didattica a distanza, Maia è pronta a tornare alla sua normale vita da studentessa, senza però lasciarsi del tutto alle spalle quello che ha vissuto. “Di questi mesi di mancheranno Anita e Lisa, gli altri ragazzi che protestavano e le persone che passavano e ci ringraziavano. Di certo non sentirò nostalgia del freddo“.
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Dopo un lungo periodo di didattica a distanza, anche per i 256mila alunni delle scuole superiori del Lazio è il giorno del ritorno in classe (al 50% per rispettare i protocolli di sicurezza). Nella Capitale, però, non sono mancate le proteste: davanti al liceo Cavour di Roma alcuni ragazzi hanno esposto uno striscione: “Siamo noi la next generation“.
Uno degli organizzatori del flash mob, Leone Piva, ha spiegato: “La scuola viene martoriata da 20 anni da tagli e disinvestimenti. La scuola deve essere il motore per ripartire. Il piano Next Generation Eu è una grandissima possibilità. Noi siamo il futuro e dobbiamo essere ascoltati per utilizzare quei soldi. Oggi entriamo a scuola, nei prossimi giorni valuteremo se mobilitare uno sciopero“. Ludovico Valentini, un altro organizzatore, ha aggiunto: “Crediamo che sia l’occasione per riformare la scuola in tutti i suoi aspetti“.
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