CRONACA

È morto Renato Scarpa: lavorò con Troisi, Verdone e De Crescenzo

Il cinema italiano è in lutto: a 82 anni si è spento Renato Scarpa, attore fra i più attivi a partire dagli anni ’60 fino ad oggi. Scarpa era noto soprattutto per la sua partecipazione a film come Ricomincio da tre di Massimo Troisi, Così parlò Bellavista di Luciano De Crescenzo e Un sacco bello di Carlo Verdone.

A dare notizia della sua scomparsa è l’Ansa. Non si conoscono le cause del decesso, le prime ipotesi suggeriscono cause naturali.

Renato Scarpa, la carriera dell’attore

Nato a Milano il 14 settembre 1939, Scarpa esordì al cinema nel 1969, nel film Sotto il segno dello Scorpione di Paolo e Vittorio Taviani. La sua duttilità lo portò a interpretare ruoli anche completamente diversi l’uno dall’altro: fu Padre Corazza nel film Nel nome del padre di Marco Bellocchio (1972), Alberto Tragagliolo nel Giordano Bruno di Giuliano Montaldo (1973), il professor Verdegast in Suspiria di Dario Argento (1977).

Risalgono però agli anni ’80 i film per i quali, senza nulla togliere agli altri lungometraggi, è ricordato: Un sacco bello di Carlo Verdone (1980), in cui interpretava l’ipocondriaco Sergio; Ricomincio da tre di Massimo Troisi (1981), in cui diede vita al particolare personaggio di Robertino; il dottor Cazzaniga nei film di Luciano De Crescenzo Così Parlò Bellavista (1984) e Il mistero di Bellavista (1985).

Le ultime apparizioni sullo schermo (piccolo e grande) nel 2019

Con Troisi, Scarpa lavorò anche ne Il Postino (1994), ultimo lungometraggio girato dal grande attore napoletano, diretto nell’occasione da Michael Radford. L’anno prima aveva preso parte alla commedia intitolata Stefano Quantestorie di Maurizio Nichetti, nel ruolo di un padre apprensivo. Nel nuovo millennio Scarpa avrebbe poi lavorato con Nanni Moretti ne La stanza del figlio (2001) e Habemus Papam (2011).

Renato Scarpa ha lavorato praticamente fino all’ultimo: risalgono infatti al 2019 le sue ultime apparizioni sia al cinema, nel film Domani è un altro giorno, sia in tv, nel secondo episodio della terza serie di Rocco Schiavone. In entrambi i casi c’era Simone Spada dietro la macchina da presa.

Francesco Lucivero

Giornalista pubblicista classe 1986, ho fatto esperienza in diverse redazioni locali pugliesi mettendomi alla prova con il cartaceo, la radio e il web e occupandomi di cronaca, attualità, spettacoli e sport. Dal 2018 mi sono trasferito a Milano per intraprendere con entusiasmo nuove avventure editoriali

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