Ponte sullo stretto di Messina: storia “infinita” di un’opera incompiuta
Il ponte di collegamento tra Sicilia e Calabria ritorna ciclicamente al centro del dibattito pubblico. Se ne parla da oltre un secolo

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Il tormentone del ponte sullo stretto di Messina sembra infinito. Se ne parla da oltre un secolo, ma non si è mai riusciti a trovare una soluzione certa e definitiva, perdendosi fra opinioni discordanti, grovigli burocratici, dubbi economici e perplessità dal punto di vista tecnico. L’opera incompiuta ritorna ciclicamente al centro del dibattito pubblico, ed è tornata d’attualità proprio in questi giorni. Ne ha parlato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha promesso di far iniziare i lavori di costruzione del ponte entro l’estate del 2024.

L’opera è tra gli obiettivi di Salvini
In passato, Salvini ha assicurato che si vuole portare a termine l’opera “ingegneristica più green, più ecocompatibile di quelle studiate” per collegare Sicilia e Calabria. “Costa di più non farlo che farlo”, ha aggiunto, consapevole del fatto che “tecnicamente non sarà semplice“, anche perché è “necessario aggiornare il progetto“. Di recente Salvini è tornato sull’argomento. Nel corso di un’intervista a “Radio anch’io” su Rai Radio 1, ha dichiarato che “il Ponte (sullo Stretto, ndr) nasce come norma del dicembre 1971 ed è già costato svariate centinaia di milioni di euro agli italiani, tra progetti, ritardi, fallimenti, cause. Io adesso, entro il 31 luglio 2024, da cronoprogramma, ho intenzione di far approvare il progetto esecutivo e di partire con i lavori entro l’estate 2024”.
Ponte sulla stretto di Messina: se ne discute dal 1876
Dell’opera incompiuta più famosa d’Italia si discute dal 1876, con Giuseppe Zanardelli che proclamava: “Sopra i flutti o sotto i flutti, la Sicilia sia unita al Continente”. Dopo il devastante terremoto del 1908 che rase quasi al suolo Messina, il ponte non fu più una priorità per alcuni decenni. Se ne ritornò a parlare in epoca fascista, quando nel 1934 e 1935 il generale del genio navale Antonio Calabretta e il comandante Filippo Corridoni tentarono di abbozzare qualche progetto, poi messo nel cassetto con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Terminata la guerra, nel 1952, il noto ingegnere americano David B. Steinman elaborò un nuovo progetto. Pochi anni dopo, nel 1969, dal “Concorso internazionale di idee” si ricavarono progetti su tre possibili tipologie di collegamento: un ponte “strallato” con l’impalcatura retta da una serie di cavi ancorati a piloni di sostegno; un ponte sospeso e il “ponte di Archimede“, un tunnel a mezz’acqua ancorato al fondo. Diverse furono le idee che si susseguirono in quegli anni senza però mai trovare attuazione.

Uno dei cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi
Nel 1981, fu fondata la concessionaria Stretto di Messina Spa, che da allora ebbe la competenza esclusiva sulla progettazione e realizzazione dell’opera. Ma non ci furono né cantieri né lavori per i vent’anni successivi alla sua fondazione.
Poi, il collegamento rapido tra Messina e Reggio Calabria diventò uno dei cavalli di battaglia di Silvio Berlusconi.
Anche lo scorso agosto, il leader di Forza Italia ha ribadito di aver sempre ritenuto “che il Ponte sullo Stretto fosse una priorità assoluta e che costituisse uno dei progetti più importanti per il nostro Paese”. Ad affossare i suoi progetti fu l’ex premier Mario Monti, che bloccò il progetto arrivato nel primo decennio del 2000 alla fase più avanzata della sua lunga storia, con la messa in liquidazione della società dello Stretto di Messina nel 2013.
A raccogliere l’eredità propagandistica di Berlusconi ci ha pensato negli scorsi anni anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ma senza ottenere risultati. Riuscirà ora Salvini a trasformare questa grande opera rimasta incompiuta da leggenda in realtà?