Pesci alieni, che minacciano i nostri mari e anche la nostra salute. Sono stati identificati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim). E tramite la campagna “Attenti a quei 4” è partita la sensibilizzazione per aiutare i cittadini a riconoscerli e a evitare guai.
Partiamo da un chiarimento, per qualcuno non necessario ma per altri forse fondamentale. Per pesci alieni non si intendono creature provenienti da strani e remoti pianeti, bensì specie animali assolutamente note ma che si sono spostate in ambienti che non rappresentano il loro habitat naturale. E, in questo caso come in tanti altri, il motivo è da cercare nel riscaldamento delle acque e in generale nell’emergenza climatica in corso.
I pesci alieni, come detto quattro, rispondono quindi ai nomi di pesce palla maculato, pesce scorpione, pesce coniglio scuro e pesce coniglio striato. Ognuno di loro proviene dal canale di Suez (quindi dall’Africa o dalla penisola araba, se non addirittura dall’Oceano Indiano) e si è insediato nel Mar Mediterraneo. Ambiente che per loro è totalmente estraneo. E dove possono provocare guai anche seri: al resto della fauna, ma anche all’uomo.
I maggiori rischi derivano dalle spine di questi “pesci alieni”, e in alcuni casi anche dai loro morsi. Ma andiamo con ordine. Il più pericoloso è il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus), dal dorso grigio-argenteo e le caratteristiche macchie scure. Non solo questo animale è dotato di una dentatura possente, grazie a cui può infliggere all’uomo morsi dolorosi, ma possiede una potente neurotossina che lo rende altamente tossico al consumo, anche dopo la cottura.
Attenzione però anche al pesce scorpione (Pterois miles): tra le specie più invasive al mondo, le sue spine infliggono dolori lancinanti anche 48 ore dopo il suo decesso. Infine il pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e il pesce coniglio striato (Siganus rivulatus): entrambi, pur non essendo carnivori ma erbivori (come i conigli!), hanno spine nocive per l’uomo. Tutti e quattro sono comparsi nelle acque della Sicilia. L’invito di Ispra e Cnr-Irbim è di segnalare alle autorità (anche tramite il numero 320 4365210 su WhatsApp) la presenza di uno qualsiasi di questi “pesci alieni” nei mari delle nostre coste.
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