CRONACA

Orso M49, il ministro Costa: “Non ha senso abbatterlo, è monitorato”

L’orso M49, soprannominato “Papillon”, torna a far parlare di sé. La sua recente, nuova fuga, arricchisce la sua storia di un nuovo capitolo per un animale, che da due anni circa riempie le pagine della cronaca nazionale e alimenta il dibattito. Sia quello politico, sia quello tra ambientalisti e coloro che denunciano le sue scorribande. Dopo esser stato già catturato, ora l’orso M49 è scappato di nuovo dal centro faunistico del Casteller in Trentino, ma viene seguito grazie al radiocollare. “Per questo motivo abbatterlo, ucciderlo, non ha alcun senso. Rilancio questo appello“, ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, intervenendo nella trasmissione Omnibus, su La7.

Orso M49, l’appello delle istituzioni

L’appello del ministro segue quanto dichiarato dal presidente della provincia autonoma di Trento, Fugattiche mi ha escluso questo intento“, ha detto Costa, riferendosi all’ipotesi dell’abbattimento dell’animale. “M49 non ha mai aggredito nessuno. Fa l’orso“, ha aggiunto ancora. Come riporta l’agenzia Agi, l’orso M49 è scappato dallo stesso punto dal quale era evaso, per la prima volta, la notte del 15 luglio del 2019, per poi venir catturato. A certificarlo il sopralluogo effettuato dai ricercatori dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) di Ozzano, proprio presso il centro faunistico trentino. Si tratta di un animale molto grande, dal peso superiore ai 200 chilogrammi, che quando è fuggito di nuovo ha divelto alcuni dei tondini della rete della recinzione che lo custodivano.

Una delle ipotesi sulla fuga

La sua nuova fuga, secondo quanto riferito dagli esperti del Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento, si sarebbe verificata di notte e solamente solo il mattino successivo si sarebbe avuto la certezza dell’evasione, dopo aver visto il tracciamento del segnale emesso dal trasmettitore satellitare montato al collo dell’orso M49. Ora, tra le ipotesi circolate, c’è anche quella che l’animale sia stato favorito dalla mano dell’uomo per scappare nuovamente dal suo recinto.

Gabriele Cavallaro

Da sempre appassionato di scrittura, giornalista pubblicista dal 2011, amo alla follia mio figlio Tommaso. Poi anche il calcio, il mare, i tramonti, la musica, i libri, la vita a colori ma anche quella in bianco e nero. Ho un gatto e sono convinto, come diceva qualcuno, che chi non sa ridere non è una persona seria.

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