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Omicidio Maimone, la sorella: “Non perdono chi l’ha ucciso”

Colpisce per la sua assurdità la morte di Francesco Pio Maimone, diciottenne la cui unica colpa è stata quella di trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. L’omicidio è avvenuto nella zona degli chalet di Mergellina, a Napoli, nella notte tra il 19 e il 20 marzo. Maimone si trovava lì per mangiare delle noccioline con gli amici dopo aver finito di lavorare nel ristorante di famiglia. All’improvviso, vicino a lui è scoppiata una lite per futili motivi e qualcuno, si ipotizza il ventenne Francesco Pio Valda, ha iniziato a sparare. Uno dei proiettili ha colpito Maimone al petto, causandone la morte.

Le dinamiche precise sono ancora da accertare, ma in base a quanto ricostruito finora dagli inquirenti, Valda, che ha precedenti per spaccio di droga ed è cresciuto in un contesto familiare difficile (il padre è morto quando aveva dieci anni e il fratello Luigi è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio), avrebbe perso il controllo dopo che qualcuno ha macchiato le sue scarpe, forse con della birra.

Mentre proseguono le indagini, i familiari di Maimone sono increduli e desiderosi di giustizia. “Non riesco ancora a realizzare quanto accaduto a mio fratello. Non trovo parole e non so darmi una spiegazione. Io e Pio eravamo una cosa sola, ricordo quando la sera si confidava con me” ha raccontato Alessia, sorella consanguinea del diciannovenne. “Non perdono chi me l’ha ucciso, spero stia in carcere fino alla morte. Chiedo giustizia. Dopo quanto accaduto dico agli altri ragazzi di non frequentare quella zona, è pericolosa e servono più controlli“.

Omicidio Maimone, il padre: “Chiedo carcere a vita per la bestia che ha ucciso mio figlio”

Chiediamo di non essere abbandonati. Credo nelle istituzioni e spero che il giorno del processo verrà fatta giustizia dando una pena severa alla bestia che ha ucciso mio figlio” ha affermato Antonio – padre di Francesco Pio Maimone – visibilmente sconvolto. “Pio faceva il rider, un ragazzo onesto che ha sempre lavorato – ha sottolineato – un esempio per tanti giovani. Il suo amico fraterno che era con lui quella sera (Carlo Chiaro) ha scelto di procedere all’identificazione dell’assassino di mio figlio, a lui devo la vita. A Napoli ci sono troppi episodi simili a quelli di Pio, bisogna intervenire. Ai ragazzi di oggi dico di lavorare perché la malavita non li porta a nessuna strada“.

Omicidio Maimone, l’amico-testimone: “Mi ha detto ‘non respiro’ e poi è morto”

Carlo… non respiro. È stata questa l’ultima cosa che Pio mi ha detto prima di morire – ha dichiarato Carlo Chiaro, miglior amico di Francesco Pio Maimone e testimone della sera dell’omicidio. “La morte di Pio è ingiusta. C’erano oltre 70 persone al bar, poteva capitare a chiunque. Con il corteo di oggi chiediamo giustizia. Deve essere fatta giustizia anche da lassù“, ha aggiunto.

L’amica: “Non ho parole. Pio era un ragazzo onesto e solare”

Anche Roberta, un’amica di Francesco Pio Maimone, ha parlato dell’omicidio. “Non realizzo ancora quanto accaduto. Per me sembra che sia tutto uno scherzo, non ci sono parole. Stavamo in classe insieme alle superiori, avevamo un bel rapporto, lo frequentavo, era un ragazzo simpatico e solare. Ha sempre lavorato, gli piaceva fare il pizzaiolo. Non posso perdonare chi l’ha ucciso, nessuno ci ridarà Pio indietro. Quanto accaduto poteva succedere a chiunque, servono più controlli in quella zona“.

L’ex moglie del padre: “Pio viveva a casa mia. Ci avete distrutto la vita”

Le parole di Monica D’Angelo, ex moglie del padre di Francesco Pio Maimone: “Pio viveva a casa mia. Lavorava in pizzeria con mia figlia e mio genero. Era un ragazzo onesto e con un cuore immenso. Chi ha commesso quest’omicidio ci ha distrutto la vita. Non credo che ragazzi come l’assassino di Pio possano cambiare, spero resti in carcere a vita. Chiediamo verità e giustizia. Ai giovani dico di divertirsi godendosi la vita e di non scendere di casa con la pistola“.

Raffaele Accetta

Napoletano, classe ‘99. Giornalista, videoreporter. Il mio approccio al mondo del giornalismo avviene a soli 16 anni, scrivendo i miei primi articoli sportivi per una testata locale. La penna ha poi lasciato spazio a diverse esperienze, dalla radio alla web tv, lavorando come inviato e conduttore. Appassionato di videogiornalismo “di strada”, mi piace muovermi attivamente sul territorio. Sono solito girare armato di microfono e videocamera, un’agenda all’occorrenza. Ciò che più amo raccontare è la cronaca, sia bianca che nera. Spesso mi catturano storie, inchieste e sport. Innamorato della verità e del mio lavoro, mi batto da sempre per la libertà di stampa e per un giornalismo dai valori sani, che sia in grado di garantire una corretta e ampia diffusione della notizia.

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