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“Quest’anno è tornato inaspettatamente di attualità questo tema perché ci sono stati gli arresti in Francia. Io credo che quello che ha fatto la Francia sia soprattutto un gesto simbolico. Non faccio troppo affidamento sul fatto che queste persone in tempi brevi tornino in Italia. Credo che dal punto di vista storico le cose non cambino. Noi sappiamo cosa è successo in quegli anni, giustizia noi pensiamo di averla avuta e la verità la conosciamo“. Così Mario Calabresi al termine della cerimonia commemorativa per il 49esimo anniversario dell’omicidio di suo padre, il commissario capo Luigi Calabresi, e per le vittime della strage del 17 maggio 1973 in via Fatebenefratelli.
L’omicidio Calabresi del 1972 è difatti tornato di recente alla ribalta mediatica perché una delle due persone condannate in via definitive come mandanti dell’omicidio, Giorgio Pietrostefani, è stato arrestato (e poi posto in libertà vigilata) in Francia nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse” contro ex esponenti del terrorismo di matrice politica durante gli Anni di piombo. “Oggi è stato ristabilito un principio fondamentale“, aveva scritto Mario Calabresi il giorno dell’arresto di Pietrostefani. “Non devono esistere zone franche per chi ha ucciso. La giustizia è stata finalmente rispettata. Ma non riesco a provare soddisfazione nel vedere una persona vecchia e malata in carcere dopo così tanto tempo“.
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