A Napoli, davanti a Palazzo San Giacomo, è andata in scena una protesta forte e simbolica da parte dei tassisti napoletani. I lavoratori hanno preso le proprie licenze e le hanno bruciate per esprimere l’esasperazione e il malumore di un’intera categoria. I due mesi di inattività forzata a causa dell’emergenza coronvavirus, infatti, hanno messo in enorme difficoltà i tassisti, con lavoro e ricavi che si sono sono ridotti del 90%.
Della situazione di difficoltà e della crisi della categoria ha parlato Rosario Gallucci, in rappresentanza dei tassisti di Napoli. “Noi siamo una categoria al collasso finanziario – spiega -. La crisi ha colpito altri settori a noi collegati e siamo stati abbandonati da tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali. Chiediamo un piano di sussidio economico, anche se ancora non sappiamo chi ce lo debba dare. Siamo ancora costretti a pagare le assicurazioni, che in questo momento arrivano alle stelle, a pensare alla nostra tutela sanitaria e a quella dei clienti. Lavoriamo un giorno su quattro e gli incassi sono miseri, parliamo di 20, 25 euro quando ci va bene. Con tutte le spese che ci impongono non siamo più nelle condizioni di sostenere alcuna spesa“, conclude Gallucci.
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