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Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, è rassegnato al nuovo Dpcm che con ogni probabilità costringerà, dopo teatri e cinema, anche i musei a chiudere le proprie porte al pubblico. “Sono ovviamente molto triste – afferma infatti –. Il museo, come ha ripetuto più volte il ministro Franceschini, offre un servizio pubblico essenziale. Quindi noi siamo una parte importante, vitale della società“.
Greco però garantisce che il Museo Egizio non si fermerà: “Dover chiudere le porte significa che dobbiamo trovare altre modalità per continuare a svolgere quello che ci dice l’articolo 9 della Costituzione, ovvero tutelare il patrimonio culturale. E come si tutela? Per esempio prendendosene cura, facendo progetti di diagnostica, di conservazione passiva. Ma si tutela soprattutto facendolo conoscere alla cittadinanza“.
“Nel Museo Egizio – spiega Greco – sono conservati quelli che mi piace definire come frammenti di memoria delle generazioni che ci hanno preceduti. E sono indispensabili per capire quale sia il nostro ruolo nella società“. Ecco perché un simile patrimonio va tutelato anche in epoca di lockdown, coprifuochi, chiusure e pandemia.
Il direttore del Museo Egizio, tuttavia, “assolve” il premier Giuseppe Conte e il governo per le restrizioni stabilite dai Dpcm: “In questo momento bisogna interpretare lo spirito della legge. Si vuole indurre le persone a ridurre di molto i contatti per abbassare la curva epidemiologica. Quindi non sono certo qui a contestare il Dpcm, che include una misura di sanità pubblica. Ma voglio alzare un grido di allarme altissimo. La cultura e la ricerca non potranno poi essere dimenticati“.
“Ormai lo abbiamo visto in varie crisi, nel nostro Paese e in tutto il continente europeo. Quando poi si pensa a risanare i conti e a far ripartire l’economia, i primi tagli sono in ricerca e in cultura“, osserva Greco. Che lancia quindi un appello, che riguarda il Museo Egizio di Torino e non solo: “Il Covid ci ha insegnato che la ricerca deve essere al primo posto per lo sviluppo sociale ed economico del Paese“.
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