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“Mi sembra che oggi sia diffuso un atteggiamento più incline alla rinuncia che alla speranza. A lasciare la terra incolta che a predisporla per la semina. Proprio questi sintomi inducono a formulare una diagnosi definibile come emergenza spirituale“. È la riflessione dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, nel discorso dal titolo ‘Tocca a noi, tutti insieme‘, rivolto alla città in occasione dei vespri per la solennità di Sant’Ambrogio.
Durante il suo discorso che apre i giorni di festa dedicati al santo patrono di Milano, l’arcivescovo richiama però tutti ad “affrontare l’emergenza spirituale con un fiducioso farci avanti. Tocca a noi, tocca a noi tutti insieme“. Ma monsignor Delpini ricorda anche che “non esistono però scorciatoie“. Infatti, “l’autoritarismo decisionista, la seduzione di personaggi carismatici, le scelte ‘facili’ del populismo non rispettano la libertà delle persone e spesso conducono a disastri“.
“Gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati ai percorsi lunghi della formazione, della riflessione, del dialogo costruttivo“, aggiunge monsignor Delpini. Quindi l’arcivescovo di Milano pone l’accento su ciò che è successo in questi dolorosissimi mesi: “Voglio ringraziare, elogiare e ringraziare i sindaci, le forze dell’ordine, gli operatori dei servizi pubblici che nel momento dell’emergenza e anche nel momento della vita ordinaria, di fronte ai disastri e di fronte ai problemi quotidiani si fanno avanti con la naturalezza di chi dice che tocca a noi“.
“Voglio anche ringraziare, elogiare e incoraggiare quelli che comprendono che c’è il momento in cui farsi da parte. Che prendono la decisione saggia di lasciare il posto ad altri, sempre con l’animo di chi dice che adesso tocca a lui farsi da parte“, aggiunge l’arcivescovo. Che non dimentica chi a Milano sta affrontando problemi ancora più gravi ogni giorno: “Voglio ringraziare, elogiare e incoraggiare coloro che per la propria situazione familiare, personale, professionale non possono farsi avanti. Ma si alzano ogni mattina, e senza sbuffare o lamentarsi si mettono all’opera. E dicono che tocca a noi“.
Quindi un richiamo finale alla Chiesa, che deve fare la sua parte in un periodo così delicato per la comunità. A Milano e non solo. “Noi tutti vogliamo farci avanti, per dichiarare di fronte alla città, di fronte alla gente dei nostri paesi che ci siamo. Che adesso tocca a noi“, conclude monsignor Delpini.
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