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Migranti, Open Arms: “Cinque morti in naufragio nel Mediterraneo”

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Terminata operazione di soccorso. Le persone soccorse sono a bordo mentre l’equipe medica lavora per stabilizzare i casi più gravi. A bordo anche i corpi delle 5 persone che abbiamo potuto recuperare”. Con questa breve nota, pubblicata su Twitter poco dopo le 17, i soccorritori di Open Arms hanno confermato di aver concluso le operazioni di salvataggio di circa cento persone presenti su un gommone naufragato nel Mediterraneo centrale. Sono cinque le persone che non ce l’hanno fatta, come confermato dalla Ong catalana.

Operazioni di soccorso durate circa quattro ore

Le operazioni di recupero sono iniziate dopo le 13, come confermato attraverso i social network dalla stessa Open Arms. I nostri soccorritori sono in acqua tentando di recuperare circa 100 persone tra cui bambini e un neonato – si legge nel primo di una serie di tweet di aggiornamento, conclusa con quello pubblicato qualche minuto dopo le 17 -. L’imbarcazione ha ceduto, è quello che accade quando si abbandonano per giorni le persone in mare.

Open Arms da cinque anni impegnata nel Mediterraneo

Proactiva Open Arms è una organizzazione non governativa catalana, fondata da Oscar Camps, che ha come obiettivo quello di condurre operazioni di ricerca e soccorso in mare. La sua base operativa è nell’Isola di Lesbo, in Grecia. Da lì la Ong coordina le operazioni di recupero, sin dalla sua nascita avvenuta nell’ottobre 2015. Nel corso degli anni, Proactiva Open Arms ha ricevuto diversi premi per il suo impegno umanitario, tra i quali lo European Citizen Prize del 2016.

Il suo nome è assorto agli onori delle cronache italiane soprattutto per la vertenza legata al sequestro, nell’estate 2019, da parte delle autorità italiane, su indicazione dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Una questione ancora aperta, a distanza di oltre un anno, per le indagini successive da parte della giustizia italiana che hanno portato a processo lo stesso Salvini. Il 12 dicembre si svolgerà l’udienza preliminare a Palermo. Open Arms ha già fatto sapere che si costituirà parte civile.

Francesca Del Vecchio

“Che altro avresti potuto fare?”. È la frase che mi ripetono tutti quelli che mi conoscono. Io, che sono ottimista, penso che intendano che sono nata per questo lavoro. La mia indole è un po’ vintage: se potessi, girerei dappertutto con penna e taccuino. Ma ho imparato a raccontare la realtà anche con strumenti più aggiornati: così è nata la mia passione per il giornalismo digitale. Sono coordinatrice di desk video per importanti editori nazionali, ma il mio primo amore è il mondo arabo, di cui scrivo quando posso (insomma: quelle poche volte che le giornate hanno 48 ore)

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