CRONACA

Maradona, autopsia dall’Argentina: le cause del decesso di Diego

Dall’Argentina arrivano chiarimenti sulle cause del decesso di Diego Armando Maradona. Lo si apprende dall’autopsia effettuata nell’Ospedale di San Fernando, in provincia di Buenos Aires. Il referto dei medici legali parla di “insufficienza cardiaca acuta“, che “ha generato un edema del polmone“.

Maradona: il referto e le visite dei cari

Il documento, nello specifico, spiega che la morte di Maradona è stata attribuita a “insufficienza cardiaca acuta, in un paziente con una miocardiopatia dilatata, insufficienza cardiaca congestizia cronica che ha generato un edema acuto del polmone“.

Maradona sta intanto riposando nella camera ardente dell’ospedale. Nelle ore precedenti all’apertura al pubblico si sono recati a visitarlo i familiari, a partire dalla ex moglie Claudia Villafane e le figlie Dalma e Giannina. Presenti anche diversi calciatori ed ex calciatori, molti dei quali amici storici del fuoriclasse. Tra gli altri coloro che nel 1986 si laurearono con lui campioni del mondo, ma anche Carlos Tevez, Martin Palermo e Guillermo Coppola.

I chiarimenti sull’autopsia e l’esame tossicologico

Da parte dei media argentini sono anche arrivati chiarimenti sull’autopsia, che si è protratta per circa tre ore. Sono stati cinque i medici a valutare le condizioni di Maradona, con inizio intorno alle 19:30 locali e conclusione alle 22:30. L’equipe è stata composta da cinque sanitari convocati dall’Ufficio del Pubblico ministero di San Isidro. A guidarli Federico Corasaniti, direttore del Corpo medico forense di San Isidro. Quindi si è aggiunto un sesto medico, appositamente designato dalla famiglia.

Dall’Argentina è anche giunta notizia su un’ulteriore analisi, che riguarderà un esame tossicologico. Lo studio realizzato per determinare le cause della morte di Maradona avrà una risposta entro la prossima settimana. Solo a quel punto si potrà determinare se il Pibe de Oro, prima di morire, abbia assunto farmaci, droghe o alcol.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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