È morto all’età di 95 anni all’hospice di Casalecchio di Reno (Bologna), dove si trovava ricoverato per un peggioramento delle condizioni di salute, Luca Goldoni, storico giornalista e scrittore. È stato un cronista e inviato di guerra per molte testate, ma anche un osservatore dei costumi italiani e noto per i suoi articoli di opinione. È nato a Parma nel 1928 e ha iniziato a scrivere per la Gazzetta di Parma, ha lavorato poi per il Il Corriere della Sera e curato una rubrica settimanale su Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e sul settimanale Oggi. Ha vinto il premio Il Libro d’oro, per aver superato tre milioni di copie vendute con i suoi titoli e la Palma d’Oro al salone dell’umorismo con Non ho parole.
Un grande giornalista che fino all’ultimo non ha perso il proprio umorismo
A maggio 2021 raccontava così una delle sue esperienze: “La stampa di mezzo mondo affollava gli alberghi da cui telefonare i pezzi. Mi accorsi subito che appena trasmettevo frasi sgradite ai russi, cadeva la linea. Da una rapida indagine risultò che ogni centralino era presidiato da un detective sovietico poliglotta. Capiva perfettamente anche l’italiano e censurava inesorabilmente ogni testo. La reazione me la suggerì il collega più anziano e più illustre, Egisto Corradi: ‘fatti passare un tuo conterraneo della redazione e dettagli in dialetto’. Ricordo nitidamente l’attacco del primo pezzo telefonato a Cesare Turrini: In co’ un blindè ha mazzè un puten (oggi un blindato ha travolto un bambino)“.

Il figlio Alessandro, anche lui giornalista e scrittore, intervistato da Il Resto del Carlino, ricorda con grande affetto il padre: “Fino all’ultimo non ha perso il proprio umorismo. Quella serenità, unita a grande dignità, che lo contraddistingueva. Da un paio d’anni era sottoposto, non senza fatica, al trattamento di dialisi che riceveva a casa, mentre gli ultimi giorni li ha passati in hospice. Faceva fatica a parlare, chiaramente, eppure continuava ad arrabbiarsi con il suo solito piglio quando non trovava un termine o faceva fatica a pronunciarlo… E io rispondevo: ’Non preoccuparti papà. Le tue parole sono tutte qui, nei libri“. “Era uno degli ultimi grandi giornalisti, ma non lo dico perché parliamo di mio padre. Credo sia riuscito a inventare uno stile che, prima di lui, non esisteva: un modo di raccontare l’Italia, e di calarsi nei panni dell’italiano medio, unico e irripetibile. Con le sue parole riusciva a coinvolgere completamente il lettore, a fargli provare le stesse cose“, continua.
I libri più belli di Luca Goldoni
Tra i libri più belli scritti da Luca Goldoni ci sono:
- Il pesce a mezz’acqua del 1970, pubblicati dall’editore Cappelli di Bologna;
- È gradito l’abito scuro, pubblicato nel 1972 da Mondadori;
- L’amante dei Due Mondi, pubblicato da Rizzoli nel 2003;
- Il sopravvissuto, con il quale vinse il premio Fenice-Europa, pubblicato nel 2002;
- Lei m’insegna, (1983);
- L’Italia al guinzaglio, pubblicato nel 2000;
- Cioè, (1979);
- Maria Luigia donna in carriera, (1991)
- Se torno a nascere, pubblicato nel 1982;
- Vita da bestie, con cui vinse il Premio Cimitile, 1998;
- Sempre meglio che lavorare, pubblicato nel 1989;
- Cosa farò da piccolo, pubblicato nel 2018.