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È scattato dalla mezzanotte un mini lockdown nel Comune di Arzano, in provincia di Napoli. Non si tratta del lockdown così come lo abbiamo conosciuto a marzo e, alla base della protesta, sarebbe proprio questo il problema. “Perché chiudono le nostre attività commerciali e poi ci permettono di uscire di casa e andare a spendere nei Comuni vicini? Così non ha senso“, hanno ripetuto quasi tuti i cittadini intervistati.
A ricostruire cosa è avvenuto in quel di Arzano ci ha pensato una cittadina, che lavora in una pizzeria: “Ieri sera, alle sette di sera, abbiamo avuto una comunicazione che noi pizzerie, barbieri, parrucchieri, paninoteche e bar dovevamo stare chiusi. Gli altri però potevano stare aperti. Dicono che ci sono troppo casi, però la pizza se la possono andare a prendere a Casavatore. Se il problema c’è, però, devono chiudere tutto, per tutti quanti, per quindici giorni“.
“Se c’è il Coronavirus in paese devono chiudere anche il tabaccaio, i panettieri, il supermercato – insiste la commerciante di Arzano –. In quel caso ci devono chiudere in casa, dandoci le materie primarie. Per quindici giorni facciano così. Come funziona, il virus c’è solo per noi piccoli commercianti? Tanto più che io faccio pizza da asporto, le consegno fuori dalla vetrina. Dentro da me non entra nessuno, una decisione che ho preso subito dopo il primo lockdown. Io ho preferito fare così, anche se nessun decreto ancora lo diceva“.
“Se non ci chiudono dentro casa, allora devono darci la possibilità di lavorare“, hanno raccontato altri manifestanti. I cittadini si sono mossi in corteo lungo una delle vie principali del paese arrivando a bloccare la rotonda di Arzano, importante snodo di collegamento tra tutti i paesi confinanti, creando non pochi problemi alla circolazione.
“In più permettono alle persone di altri paesi di venire qui. Se qui ci sono gli infetti, infettiamo anche tutto il resto degli altri paesi. Quindi bisogna bloccare tutto. O tutti o nessuno. Il commissario ha fatto una cosa che dovrebbe andare bene, perché visto che ci sono questi focolai è giusto chiudere. Ma non così. Dieci giorni significa che tra venti giorni noi siamo nella stessa situazione. Si può circolare liberamente, è una chiusura stupida“, sono altre testimonianze dalla rotonda di Arzano.
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