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Un centinaio di dipendenti della sanità pubblica e privata hanno manifestato davanti alla Regione Lazio per protestare contro le loro attuali condizioni di lavoro.
Roberto Chierchia, segretario Cisl FP Lazio, ha spiegato: “Siamo qui per protestare, perché abbiamo bisogno di sicurezza, assunzioni e salari. In questo momento in tutta la Regione mancano 10mila assunzioni. Non si è approfittato della stasi che c’è stata tra la prima e la seconda ondata, e ancora oggi abbiamo moltissime dotazioni organiche incomplete. Mancano operatori specializzati, infermieri, tecnici, ostetriche, medici. Vogliamo che ci siano investimenti“.
Vanessa Tagliaferri, dell’Ospedale Grassi, ha aggiunto: “La situazione nel Lazio è pressoché drammatica, nonostante si voglia far credere che è tutto sotto controllo. Tutto invece funziona solo grazie alla buona volontà di noi infermieri e del personale sanitario. Siamo diventati tanto famosi in primavera, per essere poi dimenticati in autunno. Cosa ci aspetterà nei prossimi mesi non lo sappiamo. Tuttavia vi assicuriamo che già oggi siamo in sofferenza. Abbiamo bisogno di assunzioni e di lavorare in sicurezza“.
Alessandro Gambino, della Uil FPL del Gemelli, ha posto l’attenzione sulla necessità di “lavorare in sicurezza” nel Lazio: “Bisogna capire che noi siamo dei lavoratori, dei professionisti, e per questo vogliamo essere riconosciuti. Sia a livello economico che normativo. Ma soprattutto vogliamo lavorare in sicurezza, sia per l’utenza che per noi stessi“.
Al termine dell’incontro con i rappresentanti della Regione, il segretario generale FP Cgil Lazio, Giancarlo Cenciarelli, ha affermato: “L’incontro con l’assessorato è stato positivo. Hanno compreso le ragioni di questa protesta. Hanno compreso che siamo qui per difendere il servizio sanitario regionale. Non era una protesta contro, ma una protesta per. Abbiamo chiesto che si facciano nuove assunzioni. Noi abbiamo circa 2000 operatori del servizio sanitario pubblico che oggi sono contagiati dal Coronavirus, e quindi non sono in servizio. Per sopperire a queste assenze, per implementare i nuovi servizi come i drive in, servono nuove assunzioni. Di medici, infermieri e tutte le figure sanitarie necessarie per far funzionare un sistema che deve garantire le cure“.
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