MILANO – Nel dicembre scorso, Ki Group Holding ha presentato una richiesta di concordato in bianco e misure di protezione, promettendo un piano di salvataggio entro 60 giorni, supportato da un potenziale investitore. Tuttavia, la procura di Milano e l’Agenzia delle Entrate hanno avanzato l’idea di una liquidazione giudiziale, a causa di un debito di circa 400 mila euro. Nonostante la proroga fino al 22 aprile, la società non ha depositato alcun piano per la crisi. Il caso è ora in mano al giudice Pipicelli
Il 22 aprile 2025, Ki Group Holding ha intrapreso un percorso di liquidazione giudiziale, non presentando alcuna proposta di concordato. Questa decisione è stata il culmine di una serie di difficoltà che la società stava affrontando. Infatti, lo scorso dicembre, Ki Group aveva richiesto un concordato in bianco, promettendo di depositare un piano di salvataggio entro 60 giorni. Tuttavia, il termine è scaduto senza alcun documento utile per la ristrutturazione dei debiti, lasciando i creditori e le autorità fiscali in uno stato di preoccupazione.
L’Agenzia delle Entrate ha già segnalato un debito fiscale di circa 400.000 euro, evidenziando l’urgenza di una risoluzione. Inoltre, la procura di Milano ha avviato indagini per tutelare gli interessi del fisco e dei creditori. Tra i principali creditori si annoverano Bionature, un’azienda alimentare collegata alla fallita Bioera, e Penta Trasporti, entrambe con crediti significativi nei confronti di Ki Group.
Il giudice Pipicelli del Tribunale di Milano è ora incaricato di gestire questa complessa situazione, decidendo le prossime mosse legali. La mancata presentazione del piano di concordato solleva interrogativi sulla gestione interna della società e sulla sua capacità di affrontare obblighi finanziari sempre più pressanti. La situazione di Ki Group è rappresentativa di un trend preoccupante che coinvolge diverse aziende legate a Santanchè, il cui passato imprenditoriale sta emergendo come sempre più problematico.
Le difficoltà economiche di Ki Group mettono in luce la fragilità di molte piccole e medie imprese in Italia, specialmente in settori già colpiti da crisi preesistenti. Le autorità e i creditori attendono sviluppi, ma la strada verso una risoluzione appare in salita. La situazione rimane delicata, con la possibilità che ulteriori sviluppi emergano nei prossimi giorni, mentre il giudice si prepara a prendere decisioni cruciali per il futuro della società.
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