Dopo la notizia del 16enne Ralph Yarl, ferito con due colpi di arma da fuoco alla testa e al braccio per aver suonato al campanello sbagliato in Missouri, ecco un caso simile avvenuto a pochi giorni di distanza. Si tratta dell’omicidio di Kaylin Gillis da parte di Kevin Monahan lo scorso sabato 16 aprile a Hebron, New York.

Morta per aver imboccato il vialetto sbagliato
La ventenne Kaylin Gillis si trovava in macchina con altri tre amici nella zona rurale di Hebron, nello stato di New York, e i ragazzi dovevano probabilmente raggiungere casa di altri conoscenti. La macchina è entrata, sbagliando indirizzo (forse a causa del navigatore in una zona dove c’era poco campo, forse a causa di un indirizzo scritto male), nel vialetto del 65enne Kevin Monahan. Kaylin si è accorta subito dell’errore e ha cominciato a fare retromarcia per tornare indietro ma l’uomo ha aperto il fuoco contro il veicolo, sparando con un fucile. Il gruppo di amici avrebbe poi continuato a guidare in cerca di aiuto e segnale telefonico fino alla città di Salem, ma purtroppo per Kaylin era troppo tardi.
In una conferenza stampa lo sceriffo di Washington Country, Jeffrey Murphy, si è detto rammaricato per questo triste avvenimento, anche perché il veicolo con a bordo i ragazzi non costituiva in alcun modo una minaccia, e nessuno di loro era sceso dall’auto per avvicinarsi alla casa. Inoltre, l’ufficio dello sceriffo ha dichiarato che Monahan non ha voluto contribuire alle indagini e si è addirittura rifiutato di uscire dalla sua abitazione per parlare con la polizia.

Il problema delle armi e del razzismo in America
Il tragico caso di Kaylin Gillis si ricollega automaticamente a quello dell’adolescente afroamericano Ralph Yarl, avvenuto lo scorso 13 aprile a Kansas City, Missouri. Sull’uomo responsabile di questo caso pendono, al momento, due capi d’accusa, ma non è sotto custodia della polizia. Mentre il ragazzo sta lentamente migliorando, grazie all’intervento dei medici e alle cure della madre infermiera, la ventenne è morta nell’incidente.
Entrambi gli eventi non fanno che aumentare lo sdegno da parte della popolazione: in entrambi i casi le vittime sono due ragazzi che non avevano nessuna colpa. Per il caso di Ralph Yarl è stata organizzata anche una manifestazione a cui hanno partecipato i familiari del ragazzo e i sostenitori del movimento “Black lives matter”, con tanto di cartelloni recanti le scritte “Giustizia per Ralph” e “Suonare un campanello non è un crimine“. Inoltre, questi due incidenti riportano a galla due dei principali problemi presenti da tempo in America e che continuano a riproporsi: il primo è quello del possesso e dell’utilizzo di armi da fuoco, il secondo concerne la matrice razzista.